Max Jammer: differenze tra le versioni

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*La fisica moderna nel suo complesso – eccettuate alcune teorie relativistiche – qualifica lo spazio come continuo, omogeneo, finito o infinito, in quanto non costituisce un puro sistema di relazioni. Non tutte queste qualità, comunque, sono accessibili alla percezione sensibile. Esse sono il risultato di un lungo e continuo processo di astrazione che ebbe la sua origine nella mente dell'uomo primitivo. L'indagine filologica, archeologica e antropologica mostra chiaramente che il pensiero primitivo non fu capace di astrarre il concetto di spazio dall'esperienza dello spazio. (''Capitolo primo'', ''Il concetto di spazio nell'antichità'', p. 16)
*Indipendentemente dalla metafisica e dalla stessa fisica, la teologia dimostrò di essere un importantissimo fattore nella formulazione dele teorie fisiche dello spazio dal tempo di [[Filone di Alessandria|Filone]] fino all'era newtoniana e anche oltre. (''Capitolo secondo'', ''Le idee giudeo-cristiane intorno allo spazio'', p. 33)
*[[Aristotele]] identifica lo spazio come il luogo e lo definisce come il limite del corpo contenente. Questa definizione, evidentemente, è coerente con l'assunto fondamentale di Aristotele circa l'impossibilità del vuoto. (''Capitolo terzo'', ''L'emancipazione del concetto di spazio dall'aristotelismo'', p. 56)
 
==Bibliografia==