Walter Benjamin: differenze tra le versioni

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*Il passato reca con sé un indice segreto che lo rinvia alla redenzione. Non sfiora forse anche noi un soffio dell'aria che spirava attorno a quelli prima di noi? Non c'è, nelle voci cui prestiamo ascolto, un'eco di voci ora mute? ... Se è così, allora esiste un appuntamento misterioso tra le generazioni che sono state e la nostra. Allora noi siamo stati attesi sulla terra. Allora a noi, come ad ogni generazione che fu prima di noi, è stata consegnata una 'debole' forza messianica, a cui il passato ha diritto. (dalle tesi ''Sul concetto di storia'', Einaudi, 1997, p. 23)
*Il labirinto è la patria dell'esitazione. La via di chi teme di arrivare alla meta traccerà, facilmente, un labirinto. Così fa l'istinto negli episodi che precedono la sua soddisfazione. Ma così fa anche l'umanità (la classe) che non vuol sapere dove va a finire. (da "Parco centrale", "Angelus Novus", Einaudi, 1995, p. 136)
*Giudicare la forza di pensiero di Baudelaire dai suoi escorsi filosofici (Lemaître) sarebbe un grave errore. Baudelaire è un cattivo filosofo, un buon teorico, ma insuperabile solo come rimuginatore. Del rimuginatore ha la stereotipia dei motivi, la fermezza del rifiuto di tutto ciò che potrebbe distrarlo, la capacità di porre continuamente l'immagine al servizio del pensiero. Il rimuginatore, come tipo storicamente determinato di pensatore, è quello che è di casa fra le allegorie. (da "Parco centrale", "Angelus Novus", Einaudi, 1995, p. 136)
*Impotenza virile - figura chiave della solitudine, nel suo segno si attua l'arresto delle forze produttive - un abisso separa l'uomo dai suoi simili. (da "Parco centrale", "Angelus Novus", Einaudi, 1995, p. 139)
*Il romanzo ''Lesabéndio'' è il frutto di una vita spirituale di grande purezza e riflessione e la coscienza dell'esser legato ad alcuni elementi del "reale" e dell' "esterno" gli ha conferito quella purezza che noi chiamiamo stile. (''[[Paul Scheerbart]]: Lesabéndio''; citato in [[Fabrizio Desideri]], ''Il «fantastico» Scheerbart'', Editori Riuniti, Roma 1982)
*... il [[sole]], meno propizio ai sognatori, sfuma le ore ben diversamente dal solito. Allora bisogna eludere il [[giorno]] fin dal primo [[mattino]], soprattutto bisogna alzarsi presto e avere una buona [[coscienza]] per l'[[ozio]]. [[Ferdinand Hardekopf]], l'unico vero decadente della letteratura tedesca, che io considero, fra tutti i poeti viventi a [[Parigi]], il più improduttivo e il più virtuoso, ha indicato, nell'''Ode del beato mattino'' dedicata a [[Emmy Hennings]], le migliori misure protettive per il sognatore contro i giorni di sole. In tutta la storia dei ''poètes maudits'', il capitolo della loro lotta contro il sole è ancora da scrivere... (da ''Das Passagen – Werk'')<ref name=>Citato in [[Franco Buono]], ''Ferdinand Hardekopf: il fantasma dell'avanguardia'', Edizioni Dedalo, Bari 1996, p. 46.</ref>