Enrico Ghezzi: differenze tra le versioni

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*[[Orson Welles|Welles]] è molto più tragico o d’altro lato molto più comico, molto più leggero, molto truffatore o assolutamente vero, è una dicotomia, è un ossimoro continuo Welles. Non vedo la perfezione della forma, vedo soprattutto un grandissimo giocatore, che gioca fino alla fine, che usa i soldi per giocare ancora, cioè per fare dei film che non potranno che essere a brandelli, oppure che non potranno che essere dei making.
[...] È inventivo, molto teorico e moderno Welles, è uno che davvero ti può bruciare tutto il cinema in un pomeriggio.<ref>Dall'intervista di Alessandro Aniballi e Raffaele Meale, "[ http://quinlan.it/2017/01/15/enrico-ghezzi-la-verita-e-il-primo-inganno/]", "Quinlan.it", 15 gennaio 2017.</ref>
*Basta sapere che esiste la televisione e già sai che c'è un mondo che va avanti da sè. Quindi per i Lumière il cinema è senza futuro, il cinema è già il segno di una morte, potremmo dire da [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] dalle pagine della sua "''Estetica"'' in cui descrive esattamente quello che è il cinema come casella finale della storia delle arti, quella che coincide con la morte dell'arte, il diventare oggettivo del puramente soggettivo. Il cinema è questo tecnicamente. Molto più spinto in questo della fotografia, il cinema rende oggettivo il movimento più soggettivo, quello del soggetto stesso.<ref>A cura di Marcello Cella, "[ http://www.celluloidportraits.com/schedaintervista.php?id=65]", "celluloidportraits.com", 13 agosto 2007.</ref>
 
==Note==