Giancarlo De Cataldo: differenze tra le versioni

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*[[Il Vecchio]] è il Vecchio. Il Vecchio ordina e Dio dispone. Il Vecchio comandava un'unità informativa dal nome neutro il cui potere era noto solo a pochissimi eletti. Circondato dai suoi giocattoli meccanici, pezzi autentici del Settecento austriaco, prototipi dei moderni automi, il Vecchio combatteva l'insonnia giocando a disordinare il mondo. (p. 215)
*Ah, gli [[Stati Uniti d'America|americani]]! I guardiani della Libertà! I custodi della Democrazia! ''With God On My Side''! Così semplici, così diretti, così amabilmente, intimamente, innocentemente fascisti! Così fieri della loro tradizione Wasp e del loro avatico prognatismo, ma se andavi a scavare nel pedigree affioravano gli ispanici, i greci, gli armeni e i turcomanni... le razze inferiori, le razze maledette... (p. 216)
*Il guaio è che il Freddo, appena l'aveva vista, era rimasto come fulminato dai suoi occhi azzurri e impertinenti. Gli venivano in mente, mentre lei inanellava una battuta dietro l'altra, una sigaretta dietro l'altra, paesaggi di campagniacampagna, e mari, e altre immagini che non pensava di aver mai posseduto nella sua limitata fantasia. E qualcosa di caldo e di teso lo afferrava dalla bocca dello stomaco, e scendeva giù giù sino al sesso, quando lei gli scoccava un sorriso furtivo o lasciava cadere una distratta carezza sulla coscia. (p. 228)
*La stazione era sventrata. Le sirene ululavano. Militari e volontari, fianco a fianco con le mascherine al naso, scavavano le macerie in cerca di un segno di vita. Qualcuno piangeva, i più moltiplicavano gli sforzi per rimandare l'appuntamento con la rabbia e lo sgomento. Arrivarono le troupe televisive. Una folla di parenti angosciati assiepava i binari. Circolava una parola maledetta e rivelatrice: strage. Le lancette del grande orologio del piazzale Ovest erano ferme sulle 10 e 25. L'ora in cui il cuore dell'Italia aveva preso a sanguinare. (pp. 239-240) {{NDR|sulla [[strage di Bologna]]}}
*– Le lacrime del guerriero feriscono le stelle, – sussurrò [[il Nero]], che sembrava avergli letto nel pensiero, – e ritornano sotto forma di stille di sangue. (p. 254)