Giovanni Arpino: differenze tra le versioni

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→‎Incipit di alcune opere: correggo l'ordine alfabetico dei titoli: La suora giovane
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La salita era ripida, il sentiero appena tracciato tra le erbe andava su con brusche curve, ogni tanto rabbuiandosi tra le acacie che si sporgevano a grappoli, a ombrello. Tutto pareva felice intorno, in un ordine e silenzio assoluti.<br />
Sul sentiero, isolate o a mucchi, secche nel fango, erano le forme biforcute e larghe dei [[bue|buoi]], e altre, appena accennate, minuscole, forse di [[cane|cani]], di [[volpe|volpi]]. E ogni tanto, tra i fili d'erba asciutta, apparivano i coni leggeri, granulosi, dei formicai. La luce era ancora alta, morbida come il pelo di un coniglio, ben tesa nella sua celeste uniformità di dopo il tramonto.
 
===''La trappola amorosa''===
"Egregio Signore Iddio,<br />
mi perdoni quest'ultima lettera. So di non doverLe scrivere più. Ho finalmente capito la lezione: la Sua risposta è il silenzio. Ma non essendo un pensatore sono arrivato con molto ritardo a questa grave scoperta, che rende ancor più difficili le nostre preghiere. Mi ritengo un uomo come tanti, un piccolo eroe negativo e se oso rivolgermi a Lei è per dirle che il mondo d'oggi...".<br />
Giacomo Berzia scrutò l'orologio: erano esattamente le 11, 58. dopo cinquanta secondi terminò la lettura di quella pagina. Liberando dalla cuffia il cranio e gli orecchi, percepì il crepitio dei piccoli applausi, trattenute risatine, rumori sommessi che il nastro registrato mandava in onda a chiusura della trasmissione.
 
===''La suora giovane''===
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Se riesco a stare chiuso in casa è perché non so più dove sbattere la testa. Ho passeggiato, grazie a questo smorto sole di dicembre, sono stato al cinema, ho letto il giornale. Non è ancora sera ed eccomi di nuovo qui, incerto se telefonare o no a qualcuno, se sdraiarmi sul letto o aprire la radio. Appena smetto di fare, sprofondo.<br />
Mi vergogno. E non so se riuscirò a venir fuori da questa vergogna. Per un uomo di quarant'anni, che ha sempre cercato di stare nell'ordine, è una brutta storia. I pensieri mi ballano nella testa e appena cerco un appiglio eccomi risbattuto ancor più violentemente contro questa vergogna, e contro la vergogna di vergognarmi.
 
===''La trappola amorosa''===
"Egregio Signore Iddio,<br />
mi perdoni quest'ultima lettera. So di non doverLe scrivere più. Ho finalmente capito la lezione: la Sua risposta è il silenzio. Ma non essendo un pensatore sono arrivato con molto ritardo a questa grave scoperta, che rende ancor più difficili le nostre preghiere. Mi ritengo un uomo come tanti, un piccolo eroe negativo e se oso rivolgermi a Lei è per dirle che il mondo d'oggi...".<br />
Giacomo Berzia scrutò l'orologio: erano esattamente le 11, 58. dopo cinquanta secondi terminò la lettura di quella pagina. Liberando dalla cuffia il cranio e gli orecchi, percepì il crepitio dei piccoli applausi, trattenute risatine, rumori sommessi che il nastro registrato mandava in onda a chiusura della trasmissione.
 
===''Le mille e una Italia''===
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Una suora avanzò rapida frusciando lungo la corsia. Si fermò ai piedi del letto di ferro. – Tra cinque minuti ripasso col campanello – disse: – L'ora di visita è finita –<br />
Era alta, con un volto largo e bianchissimo come di gesso, gonfio dietro gli occhiali non cerchiati. Schiuse un sorriso sui denti perfetti. – Sgridatelo – aggiunse indicando Matteo a letto: – È un ribelle, sapete? Ditegli di stare buono. Lei è la moglie? Beh, ieri sera voleva mangiare la peperonata, pensi! Lo faccia star bravo... –<br />
– Suora – brontolò Matteo: – Mi lasci perdere. L'avete data la peperonata a quello laggiù, con tutti i suoi quarantadue di febbre? E allora mi lasci perdere, è meglio –
 
==Citazioni su Giovanni Arpino==