John Pilger: differenze tra le versioni

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:''More than 40 years ago, the Nixon-Kissinger bombing of Cambodia unleashed a torrent of suffering from which that country has never recovered. The same is true of the Blair-Bush crime in Iraq, and the Nato and "coalition" crimes in Libya and Syria. With impeccable timing, Henry Kissinger's latest self-serving tome has been released with its satirical title, "World Order". In one fawning review, Kissinger is described as a "key shaper of a world order that remained stable for a quarter of a century". Tell that to the people of Cambodia, Vietnam, Laos, Chile, East Timor and all the other victims of his "statecraft". Only when "we" recognise the war criminals in our midst and stop denying ourselves the truth will the blood begin to dry.''<ref name="polpotisis"/>
 
===Citazioni dai documentari===
{{Int|{{en}} Dal documentario ''Year Zero: The Silent Death of Cambodia'', teletrasmesso su Associated Television (ATV), 30 ottobre 1979 (Regno Unito)}}
*Alle sette e mezzo il 17 aprile 1975, la guerra contro la [[Cambogia]] si concluse. Era una guerra particolare, poiché nessun paese aveva sofferto d'un tale bombardamento. Su questa terra, forse la più graziosa e più pacifica in tutta l'Asia, il presidente Nixon e il signor Kissinger sguanciarono centomila tonnellate di bombe, l'equivalente di cinque Hiroshima. Il bombardamento fu una loro scelta personale. Illegalmente e in segreto, bombardarono la Cambogia, un paese neutrale, fino a riportarla all'età della pietra, e intendo età della pietra nel suo senso strettamente letterale. Poco dopo l'alba, il 17 aprile 1975, i bombardamenti cessarono, e regnò il silenzio. Poi, i vittoriosi, i [[Khmer Rossi]], il cui potere era cresciuto fuori proporzione dai loro numeri, emersero dalla foresta. Entrarono la capitale, Phnom Penh, una città che molti di loro non avevano mai visto prima. Marciarono in fila indiana disciplinata lungo i viali e il traffico immobile. Si vestivano di nero, ed erano per la maggior parte adolescenti. Il popolo li acclamò ansiosamente ed ingenuamente. Dopo tutto, i bombardamenti e le sparatorie erano finiti. Il terrore cominciò quasi immediatamente. Phnom Penh, una città di 2.5 milioni d'abitanti, fu evacuata con la foza entro un ora del loro arrivo, i malati e feriti trascinati dai loro letti d'ospedale, bambini morenti trasportati in sacchi di plastica, i vecchi e zoppi lasciati per la strada, tutti marciati sotto tiro verso la campagna e una società totalmente nuova, mai vista prima. I nuovi leader di Cambogia nominarono 17 aprile «Anno zero», l'alba di un' era in cui non ci sarebbero state famiglie, niente sentimenti, nessuna espressione d'amore o lutto, niente medicine, niente ospedali, niente scuole, niente libri, niente istruzione, niente vacanze, niente musica, niente canzoni, niente posta e niente denaro: solo fatica e morte.