Elena Ferrante: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 45:
*{{NDR|A Nino Sarratore}} Volli ricordargli che avevo una vita mia di soddisfazioni, che se ero stata capace di abbandonare le mie figlie e Pietro, potevo anche fare a meno di lui, e non tra una settimana, non tra dieci giorni: subito. (p. 50)
*{{NDR|Adele rivolgendosi a Elena}} Una donna separata, con due figlie e le tue ambizioni, deve fare i conti con la realtà e stabilire a cosa può rinunciare e a cosa no. (p. 58)
*{{NDR|La madre rivolgendosi a Elena}} Non ti vantare con me, non sei nessuno. Quello che ti credi di essere, per la gente normale è niente. Io qui sono rispettata non perché ho fatto te, ma perché ho fatto Elisa. Lei, che non ha studiato, che non s’è presa nemmeno la licenza media, è diventata una signora. E tu che hai preso la laurea dove sei finita? Mi dispiace solo per le due bambine che sono così belle e parlano così bene. A loro non hai pensato? Con quel padre stavano crescendo come i bambini della televisione, e tu che fai, le porti a stare a Napoli?
*Il terremoto – il terremoto del 23 novembre 1980 con quel suo frantumare infinito – ci entrò dentro le ossa. Cacciò via la consuetudine della stabilità e della solidità, la certezza che ogni attimo sarebbe stato identico a quello seguente, la familiarità dei suoni e dei gesti, la loro sicura riconoscibilità. Subentrò il sospetto verso ogni rassicurazione, la tendenza a credere a ogni profezia di sventura, un’attenzione angosciata ai segni della friabilità del mondo, e fu arduo riprendere il controllo. Secondi e secondi e secondi che non finivano. (p.179)
*Anche ora che sapevo della malattia di mia figlia, non riuscivo a cacciare via la soddisfazione per ciò che ero diventata, il gusto di sentirmi libera spostandomi per l’Italia, il piacere di disporre di me come se non avessi un passato e tutto stesse cominciando adesso. (p. 317)