Paolo Villaggio: differenze tra le versioni

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*Paolo Villaggio, il cui sensazionale cinismo riluceva in ogni intervista, in ogni occasione pubblica, non ha previsto, per il suo omino, alcuna via di scampo. Goffo, panzuto, inetto, un vero e proprio perfezionista della mediocrità. Vittima e al tempo stesso succube complice di un’azienda- carnefice, quintessenza della ferocia gerarchica e della disumanità di una società fatta per la felicità di pochi e irraggiungibili capi, ma retta dalla massa inginocchiata dei subalterni, senza potere e senza identità. Come l’operaio di [[Charlie Chaplin]] in ''Tempi moderni'', ma senza che l’ingranaggio che lo stritola si materializzi, e dunque senza nemmeno l’autodifesa ginnica di Charlot, la possibilità di divincolarsi, di ribellarsi alla Macchina [...] Villaggio ha messo in scena il personaggio dell’Inadeguato in varie edizioni: il prestigiatore crucco che sbaglia tutto, il presentatore impreparato e dunque aggressivo, lo showman incapace, l’impiegato- ameba. Una spietatezza sublime lo ha reso uno dei pochi veri grandi della comicità italiana di sempre. Verrebbe da dire: un maestro, se non avessimo il timore di offenderne l’indomito cinismo. ([[Michele Serra]])
*Quello che ha inventato Paolo verrà studiato con molta attenzione quando si decideranno a portare l’umorismo nelle scuole. Villaggio è un uomo, un artista che ha fatto ridere intere generazioni e continuerà con quelle venture, e resterà nella storia, non solo del cinema e della comicità perché il lessico fantozziano ormai fa parte del nostro quotidiano. ([[Renzo Arbore]])
* La maschera di Fantozzi è una grande invenzione e ci sarà sempre, come [[Buster Keaton]] e [[Charlie Chaplin]], lui è a quei livelli. ([[Beppe Grillo]])
*E’ stato il più grande clown della sua generazione, rarissimo come i grandi poeti. Un bambino spietato, rivoluzionario e liberatorio. Fantozzi ci rappresenta tutti, ci umilia e ci corregge, con lui tutte le persone anonime hanno trovato il loro Signore. Paolo ha creato la prima vera maschera nazionale, qualcosa che durerà in eterno. ([[Roberto Benigni]])