John Maynard Keynes: differenze tra le versioni

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*Gli [[speculazione|speculatori]] possono essere innocui se sono delle bolle sopra un flusso regolare di intraprese economiche; ma la situazione è seria se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di speculazioni. Quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un Casinò, è probabile che le cose vadano male. Se alla Borsa si guarda come a una istituzione la cui funzione sociale appropriata è orientare i nuovi investimenti verso i canali più profittevoli in termini di rendimenti futuri, il successo conquistato da [[Wall Street]] non può proprio essere vantato tra gli straordinari trionfi di un capitalismo del laissez faire. Il che non dovrebbe meravigliare, se ho ragione quando sostengo che i migliori cervelli di Wall Street sono in verità orientati a tutt'altri obiettivi.<ref>Citato in ''il manifesto'', 20 settembre 2008.</ref>
 
==''Prospettive economiche per i nostri nipoti''<ref>Da un discorso tenuto a Madrid il 18 ottobre 1930. Riportato in ''[http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2012/06/29/keynes-e-la-crescita-felice/8406/ L'inkiesta]''.</ref>==
*L’efficienza tecnica è andata intensificandosi con ritmo più rapido di quello con cui riusciamo a risolvere il [[disoccupazione|problema dell’assorbimento della manodopera]].
*Siamo colpiti da una nuova malattia di cui alcuni lettori possono non conoscere ancora il nome, ma di cui sentiranno molto parlare nei prossimi anni: vale a dire la disoccupazione tecnologica. Il che significa che la disoccupazione dovuta alla scoperta di strumenti economizzatori di manodopera procede con ritmo più rapido di quello con cui riusciamo a trovare nuovi impieghi per la stessa manodopera.<br />Ma questa è solo una fase di squilibrio transitoria. Visto in prospettiva, infatti, ciò significa che l’umanità sta procedendo alla soluzione del suo problema economico. Mi sentirei di affermare che di qui a cent’anni il livello di vita dei paesi in progresso sarà da quattro a otto volte superiore a quello odierno. Né vi sarebbe nulla di sorprendente alla luce delle nostre conoscenze attuali. Non sarebbe fuori luogo prendere in considerazione la possibilità di progressi anche superiori.
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*John Maynard Keynes, ''Esortazioni e profezie'', Garzanti, Milano, 1975.
*John Maynard Keynes, ''Occupazione, interesse e moneta. {{small|Teoria generale}}'' (''The General Theory of Employment, Interest and Money'', 1936), traduzione di Alberto Campolongo, UTET, Torino, 1968.
*John Maynard Keynes, ''Prospettive economiche per i nostri nipoti'' (''Economic possibilities for our grandchildren'', 1928), in ''La fine del ''laissez-faire'' e altri scritti economico-politici'', introduzione di Giorgio Lunghini, Bollati Boringhieri, Torino, 1991.<!--vedi: http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2012/06/29/keynes-e-la-crescita-felice/8406/-->
*John Maynard Keynes, ''Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta'' (''The General Theory of Employment, Interest and Money'', 1936), traduzione di Alberto Campolongo, UTET, Torino, 1971.
*John Maynard Keynes, ''Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta'' (''The General Theory of Employment, Interest and Money'', 1936), a cura di Terenzio Cozzi, UTET, Torino, 2006.