Richard Dawkins: differenze tra le versioni

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L'arcobaleno della vita: incipit
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===[[Explicit]]===
Con un po' di fantasia possiamo immaginare il gene al centro di una ragnatela centrifuga di potere fenotipico esteso, mentre un oggetto nel mondo è il centro di una ragnatela centripeta di influenze di molti geni che si trovano in molti organismi. La lunga portata dei geni non conosce confini percepibili. Il mondo intero è attraversato in tutte le direzioni da frecce causali che uniscono i geni agli effetti fenotipici, vicini e lontani.</br> È un fatto ulteriore, troppo importante in pratica per essere chiamato incidentale ma in teoria non abbastanza necessario da essere chiamato inevitabile, che queste frecce causali abbiano formato dei fasci. I replicatori non sono più sparsi liberi nel mare ma sono uniti in enormi colonie – i singoli corpi. E le conseguenze fenotipiche, invece di essere distribuite uniformemente nel mondo, sono in molti casi congelate in quegli stessi corpi. Ma l'esistenza del singolo corpo, così familiare sul nostro pianeta, non era inevitabile. L'unica specie di entità che deve esistere perché esista la vita, in qualunque parte dell'universo, è il replicatore immortale.
 
==''L'arcobaleno della vita''==
===[[Incipit]]===
Siamo destinati a morire, ed è un gran fortuna. La maggior parte della gente, infatti, non è destinata a morire perché non è destinata neppure a nascere. Gli individui che avrebbero potuto trovarsi qui al mio posto, ma che di fatto non vedranno mai la luce del giorno, sono assai più numerosi dei granelli di sabbia dell'Arabia. Senza dubbio tra quelle larve mai venute al mondo vi sarebbero stati poeti più grandi di Keats e scienziati più grandi di Newton, perché il numero di individui cui il Dna concederebbe potenzialmente di esistere supera di molto il numero di individui realmente nati. Nonostante circostanze così incredibilmente avverse, voi e io, nella nostra ordinarietà, siamo qui.
 
==''L'illusione di Dio''==