Marco Travaglio: differenze tra le versioni

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*Da 15 anni è irrevocabilmente accertato che l'[[Omicidio Calabresi|assassinio di Calabresi]] fu organizzato nel servizio d'ordine di Lotta continua, ordinato da Giorgio Pietrostefani con l'assenso del leader [[Adriano Sofri]] e materialmente eseguito da Ovidio Bompressi, con la complicità di Leonardo Marino, che rubò e guidò l'auto durante l'agguato, e di altri fiancheggiatori miracolati dalla mancanza di prove certe. [...] Eppure, nella fiction, queste quattro figure diventano invisibili. Non pervenute, se non nei titoli di coda che danno conto delle quattro condanne. Uno degli aspetti più positivi del film-tv di Graziano Diana è quello di mostrare la campagna d'odio che si scatenò contro Calabresi dopo la tragica fine alla questura di Milano dell'anarchico Pinelli, ingiustamente sospettato di aver avuto un ruolo nella strage di Piazza Fontana: prime pagine di ''Lotta continua'' e altri giornali, appelli di intellettuali, manifestazioni con slogan assassini. [...] Ma il peccato originale della fiction è che mancano i volti e le imprese dei colpevoli. Non c'è la riunione in cui si decise l'omicidio, non c'è l'ordine di uccidere, non c'è il viaggio di Marino a Pisa dove Sofri gli confermò il mandato, non c'è il processo costellato dalle bugie degli imputati e ancor più dei falsi testimoni ingaggiati dalla nota lobby. Nulla di nulla: nel 2013, alla Rai, è ancora proibito. [...] Eppure questo banalissimo rilievo nessuno degli ipercritici della libera stampa ha osato muoverlo. Strano, eh? Chissà come mai. (da ''Il suicidio Calabresi'', 11 gennaio 2014)
*La tesi, naturalmente, era che il processo dovesse traslocare a Roma, infatti i giudici decisero che restasse a Palermo. Non appena partì, Fiandaca scrisse in fretta e furia un "saggio" con lo storico Salvatore Lupo in cui si rimangiava anni di negazionismo: dopo aver sempre definito la trattativa "cosiddetta" e "presunta", ammise che "la [[Trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra|trattativa]] c'è stata", ma la assolse in quanto "insindacabile penalmente" e "giuridicamente legittima", ispirata dallo "stato di necessità" e "a fin di bene". Quel bene che costò la vita a 16 persone e la salute a una quarantina nelle stragi di via D'Amelio, via dei Georgofili e via Palestro. Effetti collaterali. E soprattutto nessun reato e nessun colpevole. (da ''[http://www.antimafiaduemila.com/2014042049107/attualita/diversamente-antimafia.html Diversamente antimafia]'', 18 aprile 2014)
*È vero o no che [[Bruno Contrada|Contrada]] tradì lo Stato per cui lavorava, mettendosi al servizio di Cosa Nostra che era pagato per combattere? La risposta è sì. E non – come vaneggia il solito amico di tutte le canaglie [[Giuliano Ferrara]] – per un processo fondato su "pentitismo e intercettazioni a strascico". Ma per i fatti spaventosi raccontati da una miriade di autorevolissimi testimoni. A cominciare dai colleghi di [[Giovanni Falcone|Falcone]] e [[Paolo Borsellino|Borsellino]], che raccontano la diffidenza nutrita dai giudici – come pure da [[Boris Giuliano]] – nei confronti di "'u Dutturi": i magistrati Del Ponte, [[Antonino Caponnetto|Caponnetto]], Almerighi, Vito D'Ambrosio, Ayala. [...] Tutti a ripetere davanti ai giudici di Palermo che Contrada passava informazioni a Cosa Nostra, incontrando anche personalmente alcuni boss, tipo Saro Riccobono e Calogero Musso. Le sentenze hanno accertato che: Contrada concesse la patente ai boss Stefano Bontate e Giuseppe Greco; agevolò la latitanza di [[Salvatore Riina|Totò Riina]] e la fuga di Salvatore Inzerillo e John Gambino; intrattenne rapporti privilegiati con Michele e Salvatore Greco; spifferava segreti d'indagine ai mafiosi in cambio di favori e regali (come i 10 milioni di lire accantonati dal bilancio di Cosa Nostra a Natale del 1981 per acquistare un'auto a un'amichetta del superpoliziotto); e portò al suo processo falsi testimoni a sua difesa. [...] E nulla di tutto questo è messo in dubbio dalla sentenza di Strasburgo. Chi piagnucola per l'"uomo innocente" e il "meccanismo infernale" si legga le carte e poi, se ci riesce, si vergogni. (da ''Contrada mafioso a sua insaputa'', 16 aprile 2015)
*La [[Trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra|trattativa]] è anche uno stato di necessità per le nostre classi dirigenti che, invece, di fare la guerra alla criminalità organizzata per vincerla ti dicono "ma che se matto? Quelli ricominciano a sparare". E poco importa che noi abbiamo 350mila uomini in armi che potrebbe sconfiggere camorra, 'ndrangherta e mafia che insieme hanno massimo 40mila uomini. E così ancora oggi il sistema italiano di combattere la criminalità organizzata è solo quello di mettersi d'accordo. (da ''[http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/07/12/trattativa-travaglio-stato-di-necessita-per-classi-dirigenti-di-matteo-italiani/393493/ Trattativa, Travaglio: "Stato di necessità per classi dirigenti". Di Matteo: "Italiani meritano verità"]'', ''Tv.il Fatto Quotidiano.it'', 12 maggio 2015)