Giampiero Carocci: differenze tra le versioni

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*Egli {{NDR|[[Giovanni Gentile]]}} credeva – si direbbe – che spettasse alla realtà di modellarsi sul suo coerente e metafisico speculare e non viceversa. Passò dal liberalismo al fascismo – e vi rimase fedele fino alla morte – perché credette di veder realizzata, nella sua barbarie vichianamente generosa, la lezione morale di [[Francesco De Sanctis]], cioè una riforma etico-religiosa del tradizionale carattere italiano, scettico e sorridente. («Quota novanta», p. 64)
*[[Achille Starace|Starace]] possedeva in sommo grado le qualità del cortigiano. Erano le qualità che, forse inconsciamente, sempre più Mussolini andava cercando e che sempre più si andavano affermando, insieme a quelle del profittatore, fra le alte gerarchie del partito, e dello stato. Più che dei collaboratori Mussolini voleva degli esecutori. Era disposto a chiudere un occhio se molti di costoro si arricchivano in modo più o meno lecito. (''La grande crisi'', p. 96)
*Mentre col «voi» e col «passo romano» Mussolini credeva di temprare il carattere degli italiani, col [[razzismo]] egli soprattutto si sforzò di usare uno dei suoi metodi tradizionali, cioè di solleticare gli istinti della folla. Ma ormai la folla non rispondeva più. (''Dalla guerra d'Etiopia alla guerra mondiale: la situazione interna'', p. 129)
 
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