Giovanni Gentile: differenze tra le versioni

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*Il misticismo, l'intimità della religione, il metodo dell'immanenza con l'annesso prammatismo religioso, sarebbero a rigore, e l'abbiamo apertamente dimostrato a proposito del Laberthonierre, la negazione della trascendenza; cioè non del cattolicesmo post-tridentino, ma della stessa religione, in quanto tale. Una volta che noi possiamo trovar Dio soltanto in noi, e intenderle solo secondo le nostre esigenze vitali, la Chiesa, come tradizione liberatrice della Rivelazione, e, cioè la stessa Rivelazione e quindi la posizione estrinseca del divino allo spirito, è distrutta; e il, bisogno religioso non può essere più appagato altrimenti che con l'elaborazione razionale dell'oggetto, che si è trovato nello spirito; cioè con la filosofia che crea Dio. (p. 46)
*Allora si ha un bel protestare, che la religione non si sa concepire se non come funzione sociale dello spirito, quasi coscienza dello spirito storico, che è vissuto come si dice, nella collettività. Una delle due: o questa società, questa chiesa, è la Chiesa che la ragione crea, o ricrea a se stessa con la sua filosofia; e allora dalla chiesa vera e propria della religione in realtà siamo usciti e restiamo nel razionalismo puro. O la chiesa è la chiesa di fatto, quella tale chiesa bene o male rappresentata da [[Pio X]]; e allora bisogna umilmente tacere quando Pio parla e ricordarsi che Dio, la verità non è dell'individuo ma della Chiesa. (p. 47)
*Il Cristo giovanneo è un Cristo assolutamente diverso dal Cristo dei sinottici: sono due storie differenti, dice esplicito il [[Friedrich von Hügel|von Hugel]]. Appunto, questa molteplicità di Cristi è la vera conclusione della veduta intellettualistica, astraente, frammentaria e atomista della storia storica: con la conseguenza che non solo in fine non si potrà dire che il vero Cristo sia quello della Chiesa, o poniamo, quello di Giovani, anzi che quello più antico dei sinottici; ma né anche, in verità che si sia un Cristo eterno, almeno per ''nos christologies''. L'agnosticismo additato dall'Enciclica ''Pascendi'' salta fuori sempre, ostinatamente. (p. 58)
*L'idea newmaniana di sviluppo è un'idea cattolica, se lo sviluppo s'intende come va inteso; per cui nel germe c'è già logicamente, e quindi necessariamente, tutta la realtà che ne deve scattar fuori; quella realtà che vi si può vedere a patto che non ci si contenti, come vuole il Loisy, del fenomeno e del telescopio ma si vada più addentro: non certo con la storia, bensì con la fede, o in generale col nostro spirito. In realtà dunque il [[Blondel]] ha ragione: cotesto Cristo della storia pura è ''assise geologique''; non è germe. (p. 58)
*Lo scolastico conosce [[Dio]], il modernista lo ricrea in se stesso, ne ridesta immagine, che ha nel suo profondo, la ravviva, ne forma quasi o ne informa, tutto il proprio essere. Lo scolastico ignaro del tesoro che cela nel proprio animo, cerca Dio con l'occhio inquieto e smarrito fuori di sé, il modernista rientra in se stesso e si travaglia col volere operoso intorno al suo stesso sentimento, che gli può fare intendere il mondo. (p. 59)