Vasilij Semënovič Grossman: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
* Sì, tutto scorre, tutto muta, impossibile salire sullo stesso, immutabile convoglio. (p. 107)
* E improvvisamente, il cinque marzo, [[Stalin]] morì. [...] Stalin morì senza che ciò fosse pianificato, senza istruzione degli organi direttivi. Morì senza l'ordine personale dello stesso compagno Stalin. Quella libertà, quella autonomia della morte conteneva qualcosa di esplosivo che contraddiceva la più recondita essenza dello Stato. Lo sconcerto invase le menti e i cuori. (p. 33)
* Diciamo allora che nei suoi rapporti personali — pernottando in casa di amici, passeggiando con loro, prestando aiuto ai compagni — [[Lenin]] si dimostrava sempre delicato, mite, cortese. E contemporaneamente egli mostrava sempre durezza, asprezza, villania verso i suoi avversari politici. Mai egli ammise che, sia pure parzialmente, gli avversari potessero avere ragione, che, sia pure parzialmente, egli avesse torto. (p. 187)
* Quante cose aveva visto la [[Russia]] nei mille anni della sua storia. Negli anni [[Unione Sovietica|sovietici]] poi, aveva veduto formidabili vittorie militari, grandiosi cantieri, nuove città, dighe che sbarravano il corso del Dnepr e della Volga, un canale che univa i mari, e possenti trattori, e grattacieli... Una cosa sola la Russia non aveva visto in mille anni: la libertà. (p. 59)
* La storia dell'umanità è la storia della sua [[libertà]]. La crescita della potenza dell'uomo si esprime innanzi tutto nella crescita della libertà. La libertà non è [[necessità]] diventata coscienza, come pensava [[Friedrich Engels|Engels]]. La libertà è diametralmente opposta alla necessità, la libertà è la necessità superata. Il [[progresso]] è essenzialmente progresso della libertà umana. Giacché la vita stessa è libertà, l'evoluzione della vita è evoluzione della libertà. Lo sviluppo [[Russia|russo]] ha mostrato una sua strana essenza: si trasforma in sviluppo della non-libertà. (p. 197)