Antonio Muñoz Molina: differenze tra le versioni

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*I miei punti di riferimento sono i grandi scrittori ebrei americani come [[Saul Bellow]] e [[Bernard Malamud]], il latino-americano [[Junot Diaz]] e l'indo-americana [[Jhumpa Lahiri]]. Aspetto con una certa trepidazione che questo filone decolli anche da noi.<ref name="stufo"/>
*L'[[immigrato]] ha un mondo del [[passato]] a cui appartiene e un mondo del presente al quale sempre, più o meno, sarà estraneo; suo figlio invece sta in tutti e due e molte volte in nessuno. Per questo c'è bisogno che il processo di integrazione abbia successo, in modo che la seconda generazione non resti chiusa nel ghetto.<ref name="stufo"/>
*I [[dittatore|dittatori]] sono propensi alla [[cinefilia]]. [[Lenin]], che detestava la musica perché era irritato dal fatto che lo faceva diventare sentimentale, considerava che tra tutte le arti il cinema poteva essere la più utile alla causa del proletariato. [[Adolf Hitler|Hitler]] vedeva quasi tutte le sere in una sala cinematografica perfettamente attrezzata operette viennesi d’epocad'epoca e musical americani, e regalò a [[Eva Braun]] una cinepresa per girare a colori scene che ancora oggi ci gelano il sangue, un misto di ridenti immagini domestiche e igure genocide che prendono il sole sulle terrazze con vista sulle Alpi. Anche a [[Stalin]] piacevano i musical americani e i film western e, dato che sofriva d’insonniad'insonnia come Hitler e si divertiva a tenere svegli i suoi cortigiani fino a notte fonda, a volte prolungava la sessione cinematograica con una festa alcolica, durante la quale osservava in silenzio adulatori e future vittime come se stesse inventando per ognuno un copione sinistro dall’epilogodall'epilogo ignoto a tutti tranne che a lui. Il generale [[Francisco Franco|Franco]] non andava a letto tardi e non beveva, ma la sua passione per il cinema era altrettanto forte, al punto che scrisse la sceneggiatura di un film, Raza, che era una patetica fantasia ricamata sulla sua biograia, e una dimostrazione del fatto che il cinema può rovinare l’immaginazione di chiunque. Forse ai dittatori piacciono tanto i film perché hanno pochissime opportunità di uscire la sera e perché sono costantemente circondati da persone servili di cui non sanno più che fare.<ref>Da ''El tirano cinéfilo'', ''País''; tradotto in ''Il tiranno cinefilo'', ''Internazionale'' n. 1101, 8 maggio 2015.</ref>
 
==[[Incipit]] di ''Plenilunio''==