Elias Canetti: differenze tra le versioni

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*Prima di osare contro i lupi le [[pecora|pecore]] si volgono verso le lepri. (p. 70)
*La festa è la meta. [...] Si vive nella prospettiva del momento di festa e lo si determina coscientemente. (p. 74)
*La [[morte]] è una battaglia sempre perduta. (p. 80)
*Il [[fuoco]] attrae l'uomo che vi si identifica. (p. 93)
*L'uomo, fin dalle sue origini, volle essere in maggior numero. (p. 130)
*Un parlamento è solo un parlamento fin tanto che esclude i morti. (p. 225)
*Chi mangia da solo, dovrà morire da solo, chi muore insieme con gli altri, deve anche spartire con loro la preda. (pp. 227-228)
*I [[dente|denti]] sono il più evidente strumento di potere che gli uomini portano in sé. (p. 248)
*Nulla è appartenuto ad un uomo più di ciò che si è trasformato in [[feci|escremento]]. [...] L'uomo è veramente solo soltanto con i suoi escrementi. (pp. 252-253)
*Ciò che può permettere di [[uccidere]] è temuto, ciò che non serve direttamente ad uccidere è solo utile. (p. 263)
*L'uomo [[sazietà|sazio]] si imbatte senza alcuna emozione negli affamati. (p. 267)
*Solo nella massa l'uomo può essere liberato dal timore d'essere [[tatto|toccato]]. […] Questo capovolgimento del timore d'essere toccati è peculiare della massa.
*Solo tutti insieme gli uomini possono liberarsi dalle loro distanze. È precisamente ciò che avviene nella [[massa]].
*Chi assisteva a una predica credeva in buona fede d'essere interessato alla predica […] Tutte le [[liturgia|cerimonie]] e tutte le regole di tali istituzioni tendono in fondo a catturare la massa: meglio una chiesa sicura, piena di fedeli, che l'intero mondo infido.
*Le [[religione|religioni]] storiche mondiali portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. […] Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile. È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro [[ubbidienza]].
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*Lo scoppio di una [[guerra]] è innanzitutto lo scoppio di due masse. […] L'entusiasmo con cui gli uomini accolgono una dichiarazione di tal fatta ha la sua radice nella vigliaccheria del singolo di fronte alla morte. […] Il peggio che possa capitare agli uomini in guerra – e cioè morire insieme – risparmia loro la morte individuale che essi temono più di tutto.
*La muta è un gruppo di uomini eccitati, il cui desiderio più intenso è essere di più.
*L'uomo che ha per totem la [[zanzara]] vuole che la sua gente divenga numerosa come le zanzare.
*Anche prescindendo dal potente che sa concentrare tanto nelle sue mani, il rapporto di ogni uomo con i suoi escrementi rientra nella sfera del potere. […] Ci si libera dei propri in locali particolari, che servono solo a ciò; l'istante più privato è quello della deiezione; l'uomo è veramente solo soltanto con i suoi escrementi.
*Tutto ciò che viene [[cibo|mangiato]] è oggetto di potere.
*Il primo e decisivo contrassegno del potente è il suo diritto di vita e di morte. I potenti della terra sono però svantaggiati al confronto di Dio. […] Come ogni altra cosa, il potere porta in sé la propria fine.
*L'esistenza di molte popolazioni è interamente colmata da riti che si riferiscono ai morti. […] L'invidia dei morti è ciò che i vivi temono di più. […] Ogni morto è dunque colui cui altri sopravvivono.