Anna Maria Ortese: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Anna Maria Ortese==
*Chi [[tortura]] gli [[animale|animali]] paga già nella sua miseria. Sono contro la debolezza umana e a favore della forza che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci. (citato<ref>Citato su ''Panorama'', 7 luglio 2002).</ref>
*{{NDR|A proposito di [[Napoli]]}} Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui, [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgateamalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, [...]a tutta prima, una impressione stranissima, come di una un'orchestra i cui istrumentistrumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si espremiseroesprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione [... (da].<ref>Da ''L'Infanta sepolta'', Adelphi Edizioni, Milano, 1994, p. 17)117.</ref>
*[[Scrivere]] è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene. Chi non scrive o non legge mai, o solo su comando – per ragioni pratiche – è sempre fuori casa, anche se ne ha molte. È un povero, e rende la vita più povera. (da un'intervista del 1977, ora in ''Corpo Celeste'', Adelphi, 1997)
*''La [[bontà]] è la | sola libertà | dell'uomo. Tutto ciò | perché la sua vera | catena è la | non-bontà (il culto | dei propri beni) – | Essere buoni è superare | la forza di gravità.''<ref>''Libertà''; citato nella postfazione di Angela Borghesi a ''Le piccole persone'', p. 265.</ref>
*Rievocare i paesaggi del passato non si può, diremmo che Dio non vuole; vi è in essi alcunché dell'eden consentito all'uomo una volta sola... egli non può rientrarvi. (da ''Il cardillo addolorato'')
*{{NDR|A proposito di [[Erich Priebke]]}} Poso lo sguardo sul carcere dove è chiuso in attesa di un nuovo processo [...]. Non si può non ammirare la dignità con cui accetta, dopo oltre mezzo secolo dal reato di cui è accusato, tutto il rituale solenne della giustizia. [...] Era la guerra. E la guerra non ha nulla di morale. Perché odiare? [...] Lasciate cadere i bastoni. E i lupi feriti di tutto il mondo, rispettateli. (citato<ref>Citato su ''Il Giornale'', 12 gennaio 1997<ref>Citato; citato in Giulia Borgese, [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/13/Cara_Ortese_Priebke_non_povero_co_0_9701133484.shtml ''Cara Ortese, Priebke non è un povero lupo ferito''], ''Corriere della Sera'', 13 gennaio 1997, p. 27.</ref>)
*Si scrive perché si cerca compagnia, poi si pubblica perché gli editori danno un po' di [[denaro]].
*Rievocare i paesaggi del passato non si può, diremmo che Dio non vuole; vi è in essi alcunché dell'eden consentito all'uomo una volta sola... egli non può rientrarvi. (da<ref>Da ''Il cardillo addolorato'').</ref>
*{{NDR|A proposito di Napoli}} Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui, [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva [...] una impressione stranissima, come di una orchestra i cui istrumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si espremisero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di meravigliosa confusione... (da ''L'Infanta sepolta'', Adelphi Edizioni, Milano, 1994, p. 17)
*[[Scrivere]] è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene. Chi non scrive o non legge mai, o solo su comando – per ragioni pratiche – è sempre fuori casa, anche se ne ha molte. È un povero, e rende la vita più povera. (da<ref>Da un'intervista del 1977, ora in ''Corpo Celeste'', Adelphi, 1997).</ref>
*{{NDR|A proposito di [[Erich Priebke]]}} Poso lo sguardo sul carcere dove è chiuso in attesa di un nuovo processo [...]. Non si può non ammirare la dignità con cui accetta, dopo oltre mezzo secolo dal reato di cui è accusato, tutto il rituale solenne della giustizia. [...] Era la guerra. E la guerra non ha nulla di morale. Perché odiare? [...] Lasciate cadere i bastoni. E i lupi feriti di tutto il mondo, rispettateli. (citato su ''Il Giornale'', 12 gennaio 1997<ref>Citato in Giulia Borgese, [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/13/Cara_Ortese_Priebke_non_povero_co_0_9701133484.shtml ''Cara Ortese, Priebke non è un povero lupo ferito''], ''Corriere della Sera'', 13 gennaio 1997, p. 27.</ref>)
 
==''Il mare non bagna Napoli''==
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==Bibliografia==
*Anna Maria Ortese, ''Il mare non bagna Napoli'', Adelphi, Milano, 2014. ASIN B00L81YHR2
*Anna Maria Ortese, ''L'Infanta sepolta'', Adelphi, Milano, 2000. ISBN 88-459-1545-X
*Anna Maria Ortese, ''Le piccole persone: in difesa degli animali e altri scritti'', Adelphi, Milano, 2016. ISBN 978-88-459-3070-6