Ernst Gombrich: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Filippo Brunelleschi: l'iniziatore del Rinascimento in architettura
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*Forse nessun'altra invenzione architettonica esercitò un'influenza più duratura dell'arco trionfale<ref>{{cfr}} [[w:Arco trionfale|voce su Wikipedia]]</ref>, che i romani eressero in tutto il loro impero: Italia, Francia, Africa settentrionale e Asia. L'architettura greca in generale era composta da elementi identici, e lo stesso si può dire anche del [[Colosseo]]: gli archi trionfali, invece, adoperano gli ordini per incorniciare e mettere in risalto il grande passaggio centrale affiancandogli aperture più strette. Era una disposizione atta a essere usata nella composizione architettonica quasi come si usa un accordo in musica. (5 ''I conquistatori del mondo'', ''Romani, buddisti, ebrei e cristiani (I-IV secolo d.C.)'', p. 117)
 
*Brunelleschi<ref>{{cfr}} [[w:Filippo Brunelleschi|voce su Wikipedia]]</ref> non fu soltanto l'iniziatore del Rinascimento in architettura. Pare gli sia dovuta un'altra importante scoperta nel campo dell'arte, destinata a dominare nei secoli seguenti: la prospettiva. (12. ''La conquista della realtà'', ''Il primo Quattrocento'', pp 226-227)
 
*[...] solo [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] trovò la soluzione esatta del problema {{NDR|della rigidità}}. Il pittore deve lasciare allo spettatore qualcosa da indovinare; se i contorni non sono delineati rigidamente, se si lascia un poco vaga la forma come se svanisse nell'ombra, ogni impressione di rigidezza e di aridità sarà evitata. Questa è la famosa invenzione leonardesca detta lo «sfumato»: il contorno evanescente e i colori pastosi fanno confluire una forma nell'altra lasciando sempre un margine allo nostra immaginazione. (15. ''L'armonia raggiunta'', ''La Toscana e Roma. L'inizio del Cinquecento'', pp. 302-303)
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*Al [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] la paura del brutto pareva una debolezza spregevole: cercava la verità, la verità quale gli appariva; non aveva il gusto dei modelli classici né alcun rispetto per la «bellezza ideale». (19. ''Visione e visioni'', ''L'Europa cattolica. Prima metà del Seicento'', p. 392)
 
*Per la prima volta dal tempo di Brunelleschi<ref>{{cfr}} [[w:Filippo Brunelleschi|voce su Wikipedia]]</ref> gli architetti europei si trovarono di fronte {{NDR|nelle strutture in ferro di Victor Horta<ref>{{cfr}} [[w:Victor Horta|voce su Wikipedia]]</ref>}} uno stile del tutto nuovo. Non c'è da stupirsi che lo si denominasse ''Art nouveau''. (26. ''Alla ricerca di nuovi canoni'', ''Il tardo Ottocento'', p. 536)
 
==Note==