Anna Maria Ortese: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Anna Maria Ortese==
*Chi [[tortura]] gli [[animale|animali]] paga già nella sua miseria. Sono contro la debolezza umana e a favore della [[forza]] che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci. (citato su ''Panorama'', 7 luglio 2002)
*[[Scrivere]] è cercare la calma, e qualche volta trovarla. È tornare a casa. Lo stesso che leggere. Chi scrive e legge realmente, cioè solo per sé, rientra a casa; sta bene. Chi non scrive o non legge mai, o solo su comando – per ragioni pratiche – è sempre fuori casa, anche se ne ha molte. È un povero, e rende la vita più povera. (da un'intervista del 1977, ora in ''Corpo Celeste'', Adelphi, 1997)
*Rievocare i paesaggi del passato non si può, diremmo che Dio non vuole; vi è in essi alcunché dell'eden consentito all'uomo una volta sola... egli non può rientrarvi. (da ''Il cardillo addolorato'')
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*Così anche la nostra brutta salute (siamo imbottiti di medicine costosissime) sempre più decade, per un oscuro delitto – dirò proprio infamia – che è nel nostro consenso alla pratica medica, sperimentazione e vivisezione. (pp. 118-119)
*Perciò – sto per finire – onore a tutti quegli uomini, peccatori o meno, a tutti quei ragazzi, bravi o meno a scuola, che hanno capito qual è il primo dovere, oggi, dell'uomo: di non toccare più, se non come fratelli, per una carezza o un aiuto, le Piccole Meravigliose Persone. Di non mangiarle più. Di non asservirle. Di non perseguitarle. Di non isolarle, dal contesto della nostra vita, della vita di tutti, di non spregiarle, insultarle, straziarle. Perché comincia da qui il Non-Uomo, l'atroce Inumano che da gran tempo ci tormenta. (pp. 119-120)
*La parola bestia, poi, non ha senso nella [[Creazione (teologia)|Creazione]], dove il soffio è tutto, in tutte le forme che variano – e ugualmente apre alla visione e all'esperienza oscura ''tutti gli occhi'': quelli di [[William Shakespeare|Shakespeare]] e quelli del cane [[Sperimentazione animale|da laboratorio]], che fissano una finestra chiamando Dio, a loro modo. (p. 120)
*{{NDR|Gli animali}} Sono anime viventi [...]. Le loro voci, i loro lamenti all'alba, o nei soffocanti carri ferroviari fermi sui binari l'estate; le loro fughe, spesso, e il loro tremito negli immondi [[mattatoio|macelli]] (immondi davanti a Dio e a tutti gli uomini veramente civili) ce lo confermano. (p. 123)
*E l'uomo senza [[compassione]] è nulla, è un fenomeno fisico che potrebbe cessare di essere, e non cesserebbe nulla. Nulla ha valore, in tutta la vita dell'uomo sulla terra, nemmeno l'immensa arte e le religioni – nulla, se non questo sentire compassione e desiderio di soccorrere un altro – chiunque altro, chiunque sia vivo o dolente. (p. 123)