Anna Maria Ortese: differenze tra le versioni

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*Così anche la nostra brutta salute (siamo imbottiti di medicine costosissime) sempre più decade, per un oscuro delitto – dirò proprio infamia – che è nel nostro consenso alla pratica medica, sperimentazione e vivisezione. (pp. 118-119)
*Perciò – sto per finire – onore a tutti quegli uomini, peccatori o meno, a tutti quei ragazzi, bravi o meno a scuola, che hanno capito qual è il primo dovere, oggi, dell'uomo: di non toccare più, se non come fratelli, per una carezza o un aiuto, le Piccole Meravigliose Persone. Di non mangiarle più. Di non asservirle. Di non perseguitarle. Di non isolarle, dal contesto della nostra vita, della vita di tutti, di non spregiarle, insultarle, straziarle. Perché comincia da qui il Non-Uomo, l'atroce Inumano che da gran tempo ci tormenta. (pp. 119-120)
*La parola bestia, poi, non ha senso nella Creazione, dove il soffio è tutto, in tutte le forme che variano – e ugualmente apre alla visione e all'esperienza oscura ''tutti gli occhi'': quelli di Shakespeare e quelli del cane da laboratorio, che fissano una finestra chiamando Dio, a loro modo. (p. 120)
*{{NDR|Gli animali}} Sono anime viventi [...]. Le loro voci, i loro lamenti all'alba, o nei soffocanti carri ferroviari fermi sui binari l'estate; le loro fughe, spesso, e il loro tremito negli immondi [[mattatoio|macelli]] (immondi davanti a Dio e a tutti gli uomini veramente civili) ce lo confermano. (p. 123)
*E l'uomo senza [[compassione]] è nulla, è un fenomeno fisico che potrebbe cessare di essere, e non cesserebbe nulla. Nulla ha valore, in tutta la vita dell'uomo sulla terra, nemmeno l'immensa arte e le religioni – nulla, se non questo sentire compassione e desiderio di soccorrere un altro – chiunque altro, chiunque sia vivo o dolente. (p. 123)