Carlo Rovelli: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Da ragazzo, [[Albert Einstein]] ha trascorso un anno a bighellonare oziosamente. Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte, cosa che i genitori degli adolescenti purtroppo dimenticano spesso. Era a [[Pavia]]. Aveva raggiunto la famiglia dopo aver abbandonato gli studi in [[Germania]], dove non sopportava il rigore del liceo. Era l'inizio del secolo e in Italia l'inizio della rivoluzione industriale. Il padre, ingegnere, installava le prime centrali elettriche in pianura padana. Albert leggeva [[Immanuel Kant|Kant]] e seguiva a tempo perso lezioni all'Università di Pavia: per divertimento, senza essere iscritto né fare esami. E così che si diventa scienziati sul serio. 
 
"Le equazioni della meccanica quantistica e le loro conseguenze vengono usate quotidianamente da fisici, ingegneri, chimici e biologi, nei campi più svariati. Sono utilissime per tutta la tecnologia contemporanea. non ci sarebbero i transitor senza la meccanica quantistica. Eppure restano misteriose: non descrivono cosa succede a un sistema fisico, ma solo come un sistema fisico viene percepito da un altro sistema fisico. Che significa? Significa che la realtà essenziale di un sistema è indescrivibile? Significa solo che manca un pezzo alla storia? O significa, come a me sembra, che dobbiamo accettare l'idea che la realtà sia solo interazione?" (pag. 29)
 
===Citazioni===
*[...] troppe volte in passato ci siamo resi conto che sono le nostre intuizioni immediate a essere imprecise: se ci fossimo attenuti a esse, penseremmo ancora che la terra sia piatta e il sole le giri intorno. Le intuizioni si sono evolute sulla base della nostra limitata esperienza. Quando guardiamo un po' più lontano, scopriamo che il mondo non è come ci appare: la terra è rotonda e a Città del Capo hanno i piedi in su la testa in giù. Fidarsi delle intuizioni immediate, più che dei risultati di una disamina collettiva razionale, attenta e intelligente, non è saggezza: è la presunzione del vecchietto che si rifiuta di credere che il grande mondo fuori dal paesino dove vive possa essere diverso da quello che lui ha sempre visto. (p. 66)
 
 
 
==Note==