Alan Dean Foster: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
*Non stava sognando. Non ne era in grado. Quella mancanza non era intenzionale né consapevole, era solo una conseguenza della sua natura. Per ciò che lo riguardava, la sua unica intenzionalità consisteva nell'evitare sorprese.</br>L'assenza di un inconscio escludeva la facoltà di astrazione e l'incapacità di elaborare pensieri speculativi gli impediva di sognare. Tuttavia, per quanto difficile da definire, qualcosa c'era. In ultima analisi, solamente la creatura poteva descrivere il proprio stato di non essere. Soltanto lei poteva capire che cosa non sapeva, non vedeva, non percepiva.</br>Poiché non sognava, non provava sofferenza, gioia, né alcuna sfumatura - per quanto infinitesimale - di emozione: avvertiva soltanto un perpetuo stato di «qualcosa». Una quasi esistenza. (p. 1)
 
===Citazioni===
*Weyland fece una risatina sommessa. «L'intera storia della scienza è un susseguirsi di esempi in cui una sparuta minoranza aveva ragione e la maggioranza torto. La scienza stessa ne è la dimostrazione, e anche l'arte. Turner e Galileo hanno scrutato il cielo con finalità diverse, ma condividevano lo stesso spirito. E io sono come loro.»</br>Per qualche istante tacque assorto. «Mi rifiuto di pensare che l'umanità sia il prodotto fortuito di una reazione molecolare», proseguì. «Il risultato di una semplice coincidenza biologica e di un'evoluzione casuale. E nel dirlo parlo da scienziato. Non mi soddisfa l'idea del colpo di fulmine che dà vita a un brodo di carbonio. C'è qualcosa di più, ''deve'' esserci, e noi lo scopriremo, figliolo.» Con un movimento del braccio, indicò la stanza e i suoi tesori. «Altrimenti niente di tutto ciò avrebbe alcun significato.»</br>David tacque per un momento, prima di rispondere. Non più con una domanda. «Permettimi di esaminare la questione.» A mano a mano che la sua mente assumeva sempre più i contorni di una coscienza individuale, lui acquisiva maggiore sicurezza nell'esprimersi. «Ti mi hai creato, ma sei un essere imperfetto. Lo hai ammesso tu stesso, anche se in modo implicito. Io sono una creatura perfetta, progettata al tuo servizio, ma tu sei un essere umano. Tu aspiri a trovare il tuo creatore, io il mio ce l'ho davanti. Tu sei mortale, io no. Tutte queste sono contraddizioni. Come si possono risolvere?»</br>Restò a fissare il suo creatore con un espressione indecifrabile.</br>Weyland indicò un punto alla propria destra. «Portami del tè.» (pp. 9-10)
 
===[[Explicit]]===