Ernst Gombrich: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Leonardo da Vinci e lo sfumato
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*Forse nessun'altra invenzione architettonica esercitò un'influenza più duratura dell'arco trionfale, che i romani eressero in tutto il loro impero: Italia, Francia, Africa settentrionale e Asia. L'architettura greca in generale era composta da elementi identici, e lo stesso si può dire anche del Colosseo: gli archi trionfali, invece, adoperano gli ordini per incorniciare e mettere in risalto il grande passaggio centrale affiancandogli aperture più strette. Era una disposizione atta a essere usata nella composizione architettonica quasi come si usa un accordo in musica. (5 ''I conquistatori del mondo'', ''Romani, buddisti, ebrei e cristiani (I-IV secolo d.C.)'', p. 117)
 
*[...] solo [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] trovò la soluzione esatta del problema{{NDR|della rigidità}}. Il pittore deve lasciare allo spettatore qualcosa da indovinare, se i contorni non sono delineati rigidamente, se si lascia un poco vaga la forma come se svanisse nell'ombra, ogni impressione di rigidezza e di aridità sarà evitata. Questa è la famosa invenzione leonardesca detta lo «sfumato»: il contorno evanescente e i colori pastosi fanno confluire una forma nell'altra lasciando sempre un margine allo nostra immaginazione. (15. ''L'armonia raggiunta, ''La Toscana e Roma. L'inizio del Cinquecento'', pp. 302-303)
 
*Come [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] aveva raggiunto la padronanza perfetta del corpo umano così [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] era riuscito a toccare la meta verso la quale aveva teso invano la generazione precedente: la composizione perfetta e armoniosa di figure in libero movimento.<br />Un altro elemento nell'opera di Raffaello suscitò l'ammirazione dei contemporanei e dei posteri: la pura bellezza delle figure. Terminata che ebbe Raffaello la ''Galatea'', un cortigiano gli domandò dove avesse mai trovato, al mondo, una modella di tanta bellezza. Egli rispose che non copiava una determinata modella, ma seguiva «una certa idea» che gli si era formata in mente. (15. ''L'armonia raggiunta, ''La Toscana e Roma. L'inizio del Cinquecento'', p. 320)