Walter Benjamin: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Walter Benjamin==
*C'è un quadro di [[Paul Klee|Klee]] che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un'unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l'angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera. (dalle tesi ''Sul concetto di storia'', Einaudi, 1997, pp. 35-7)
*Che nella bellezza possa avere una parte anche la felicitafelicità, sarebbe un bene troppo grande, di cui il loro rancore non si consolerebbe mai. (da ''Per un ritratto di Proust'', in ''Opere complete'', vol. III)
*Creazione di diritto è creazione di potere. (da ''Angelus Novus'')
*{{NDR|A [[Verona]]}} Depositiamo per tre ore i bagagli alla stazione e ci dirigiamo lungo la strada maestra, attraversando la città e le fortificazioni, verso San Zeno Maggiore. Che strano effetto questo ribollio di colli, queste mura ora ripide, ora smussate, le differenze di altitudine, a volte appena percepibili. Tutto di una sottile sensibilità del tutto celata all'occhio profano. Il portale di una fortezza, diviso in tre parti, ci stupisce per il suo acroterio e la sua imponenza. Per il resto la mia memoria potrà fornire solo un racconto approssimativo degli altri edifici e monumenti... Viaggiando in filobus per la città vediamo altri edifici. Le fermate del tram sono indeterminate o mal segnalate; si scende da una parte diversa che da noi in Germania e in quel mattino ho dovuto rincorrere per ben tre volte il filobus mentre gli altri vi sedevano comodamente. (da ''Il mio viaggio in Italia. Pentecoste 1912'', traduzione di L. A. Petroni, Rubbettino, Messina 1995)