Alan Dean Foster: differenze tra le versioni
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*Era enorme, nera e veloce. E il suo aspetto era la rappresentazione dell’inferno. Mentre l’uomo la fissava a bocca aperta, la cosa balzò giù come un gigantesco pipistrello avvolgendo la testa di Boggs con mani le cui dita sembravano cavi articolati. L’uomo boccheggiò, soffocando nel proprio vomito. Con un gesto brutale, l’orribile cosa strappò la testa di Boggs dalle spalle con la stessa rapidità con cui Golic avrebbe tolto un bullone allentato. Il sangue sgorgò dal tronco decapitato come l’acqua di una fontana, spruzzando la creatura, il corpo di Rains e il paralizzato Golic. Ciò ebbe l’effetto di risvegliarlo dal torpore; ma al tempo stesso qualcosa nella sua mente si spezzò. Con agghiacciante indifferenza il mostro gettò la testa di Boggs sul pavimento e concentrò la sua attenzione sull’unico bipede rimasto. I suoi denti scintillavano come i lingotti di platino strappati dalle viscere di Fiorina. (p. 64)
*Andrews incrociò le dita sul ventre. — Vediamo se ho capito bene, tenente. Lei mi sta dicendo che abbiamo qui un insetto carnivoro alto più di due metri che schizza acido corrosivo e che è arrivato qui con il suo veicolo.</br>— Non sappiamo se è un insetto, — lo corresse Ripley. — Si tratta solo di un’analogia di comodo, ma nessuno lo sa con certezza. Non sono così mansueti da lasciarsi studiare. È difficile analizzare qualcosa che da morto ti fonde gli strumenti e da vivo fa di tutto per mangiarti o per riempirti di uova. Gli esperti della colonia su Acheron hanno fatto il possibile per studiare queste creature. Non è servito a niente. Sono stati sterminati ancora prima che potessero cominciare a capirci qualcosa. Purtroppo, gli esiti delle loro ricerche sono andati distrutti assieme alla base. Sappiamo ben poco su queste creature, giusto quanto basta per trarre delle conclusioni generiche.</br>«Tutto quello che possiamo affermare con un certo margine di sicurezza è che hanno un sistema biosociale grosso modo analogo a quello degli insetti sociali sulla terra, le formiche, le api e così via. A parte questo, non si sa altro. Il loro livello di intelligenza è certamente superiore a quello di qualunque insetto sociale, anche se è difficile stabilire se siano o meno in grado di ragionare. Sono quasi certa che possono comunicare con l’odore. Potrebbero avere altre capacità percettive di cui non sappiamo nulla.</br>«Sono incredibilmente veloci e forti. Ho visto con i miei occhi uno di quei mostri sopravvivere nel vuoto interstellare finché non l’ho arrostito con uno dei motori del VE.</br>— Un essere disgustoso che uccide a vista, per lo meno stando a quel che dice, — commentò Andrews. — E naturalmente lei pretende che io creda a questo fantasioso racconto basandomi soltanto sulla sua parola. (p. 72)
*Io sono finita. Morirò appena la regina sarà nata, dal momento che non sarò più necessaria per la sua sopravvivenza. Ho già visto che cosa succede. Ero pronta a morire fin dalla prima volta che mi sono imbattuta in una di queste creature. Ma mi venga un accidente se permetterò a quegli idioti della Weyland-Yutani di portarne uno sulla Terra. Potrebbero riuscirci, e questa sarebbe la fine dell’umanità. Forse di ogni forma di vita sul pianeta. Non vedo perché questi alieni non potrebbero riprodursi in qualsiasi animale più grande, diciamo, di un gatto. Devo morire, e perché questo succeda qualcuno deve uccidermi. (p. 112)
*Era Bishop. No, non Bishop, ma un perfetto duplicato. Una copia assolutamente fedele del povero, disattivato Bishop. Bishop II, si disse Ripley, Bishop venuto a prendersi la regina.</br>Non finché la signora sarà in vita, pensò decisa.</br>— Lei sa chi sono, — affermò la figura.</br>— Sì. Un androide. Lo stesso modello di Bishop. Mandato qui dalla fottuta Compagnia.</br>— Io non sono Bishop l’androide. L’ho progettato. Io sono il prototipo, e naturalmente l’ho modellato con i miei stessi lineamenti. Io sono umano. Sono stato mandato qui per mostrarle un volto amico, e per farle capire quanto lei sia importante per noi. Per me. Io seguo questo progetto sin dall’inizio. Lei significa molto per me, tenente Ripley. Per tante persone. La prego, scenda.</br>— Io voglio solo aiutarla. Abbiamo qui tutto quello che serve per aiutarla, Ripley. — Le rivolse un’occhiata ansiosa. In quel momento Ripley si accorse che due degli uomini di Bishop II erano vestiti in modo diverso: erano dei biomedici. Le tornò in mente Clemens.</br>— Vada al diavolo. Conosco tutti i volti “amici” della Compagnia. L’ultimo che mi è capitato di vedere apparteneva a uno stronzo di nome Burke.</br>Il sorriso svanì dal volto dell’uomo. — Il signor Burke si è rivelato una scelta sbagliata per la sua precedente missione. Aveva più a cuore i suoi interessi personali che quelli della Compagnia. Le garantisco che tale errore non si ripeterà più. Ecco perché mi trovo qui io, invece che un inesperto ed ambizioso subalterno.</br>— E lei, naturalmente, non ha ambizioni personali.</br>— Io voglio solo aiutarla.</br>— Lei mente, — replicò la donna con calma. — A lei non importa un accidente di me né di chiunque altro. Lei vuole solo portarsi via l’alieno. Queste creature hanno acido al posto del sangue, voialtri denaro. Non ci vedo molta differenza.</br>Bishop II fissò per un momento il pavimento prima di alzare gli occhi verso la sagoma solitaria sulla piattaforma della gru. — Lei ha tutte le ragioni di essere diffidente; ma, purtroppo, non ci è rimasto molto tempo. Noi vogliamo riportarla a casa. Non ci interessano più quelle creature. Sappiamo quello che ha passato. Lei ha dimostrato grande coraggio.</br>— Balle!</br>— Mi creda. Noi vogliamo aiutarla.</br>— In che modo?</br>— Vogliamo tirare fuori l’alieno che ha in corpo.</br>— E tenervelo.</br>Bishop II scosse la testa. — No, distruggerlo.</br>Ripley ebbe un attimo di esitazione, avrebbe voluto credergli. Cogliendo il suo smarrimento, Bishop II si affrettò ad aggiungere: — Ripley, lei è stanca, sfinita. Si conceda un momento per riflettere. A me sta a cuore solo il suo benessere. Sulla mia astronave, la Patna, c’è un’attrezzatissima sala operatoria. Possiamo asportare il feto, o larva, o come lo si voglia chiamare. Non abbiamo un nome per le diverse fasi di gestazione. L’operazione andrà benissimo! Lei avrà una lunga vita piena di gioie.</br>Ripley lo guardò, ora tranquilla, rassegnata. — Ho già avuto una vita, grazie. Una vita di cui non ho dovuto rendere conto a nessuno.</br>L’uomo alzò una mano in un gesto di supplica. — Ragioni, Ripley! Ammetto che abbiamo fatto degli errori, ma involontariamente. Possiamo riparare. Farle recuperare tutto il tempo perduto. Può ancora avere figli. Riscatteremo il suo contratto. Avrà tutto quello che merita. Glielo dobbiamo.</br>Lei esitò ancora una volta. — Non porterete l’alieno sulla Terra?</br>— No. Ora sappiamo con chi abbiamo a che fare. Lei aveva ragione fin dall’inizio. Ma il tempo stringe, dobbiamo intervenire. La sala operatoria sull’astronave è già pronta.</br>I biomedici avanzarono immediatamente. — È un’operazione breve, indolore. Un paio di incisioni. Sarà tutto finito nel giro di un paio d’ore. Poi sarà di nuovo in piedi, pronta per ricominciare da zero.</br>— Che garanzie ho che, una volta tirato fuori, lo distruggerete?</br>Bishop II avanzò di un altro passo. Adesso era molto vicino. — Dovrà avere fiducia in me. — Tese una mano. — Abbia fiducia in me. La prego. Vogliamo solo aiutarla.</br>Ripley rifletté con calma. Vide Aaron e Morse che la guardavano. Il suo sguardo si posò nuovamente su Bishop II.</br>Fece scorrere il cancelletto della piattaforma che la separava da loro. — No... (pp. 125-126)
*Coloro che sono morti non sono morti. Sono saliti in Cielo. Il più alto dei Cieli. (p. 127)
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