Gino Bonichi: differenze tra le versioni

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*... Il Sanatorio mi ha inghiottito con le verande spalancate su la valle e riducendomi un cencio. Tu non sai come ti annulla, come ti fa scomparire. In verità sei sepolto... ma sotto la lana. Pensa a tutta l'eternità sotto la lana, fra le coperte. Che altra nobiltà nelle mummie con le loro bende di lini, bagnate di resina. Il viaggio, uno strapazzo; ma non fa nulla. Quassù l'aria è fina e vedremo che succede. L'aria è come una spada sottile di elastico: entra per le nari, per la bocca, tocca e si ritira... (p. 59)
*Sento che qui lavorerò. Sento che qui Dio mi è più vicino. Una volta vedevo i monti come scenario, adesso li amo... In tutta la mia persona c'è ancora tanta vita e il mio pensiero è ancora capace di pensare all'avvenire. Sono un albero duro da abbattere, benché sia vuoto come certi ulivi... Tutte le mie fibre devono stringersi e saldarsi per andare solo in una direzione. Ma questo avverrà con l'aiuto di Dio... (p. 59)
*''Sento gli strilli degli angioli | che vogliono la mia salvezza, | ma la saliva è dolce | e il sangue corre a peccare. | L'aria è ferma, | tutto è rosa come la carne; | se pervade beatitudine | bisogna rompere e cadere. | Il sole entra nel mio petto. {{sic|.}} | come in una canestra | e io mi sento {{sic|voto}}, | la mano si stacca da terra, | tocca l'aria, la luce, la carne. | La lancia si sprofonda nelle reni della cavalla | che corre — e urla con la testa nel cielo.'' (p. 60)
*''Andavo ad appostarmi sulla strada della montagna | m'arrampicavo pei boschi pieno di trepidazione | e mi rannicchiavo ricolmo d'ansietà ad aspettare. | Sentivo i gridi dei paoni. | Una notte il pensiero della via mi prese. | Salii salii — e gli alberi e i sassi | uscivano dal buio | quando fui in agguato. | La via bianca era come una benda | sui miei occhi. | Udii rumore di verde vicino: | apparve un cavallo nero | guardò intorno e scese lentamente | immergendosi nel bianco | poi nitrì | e il suo grido scese come un brivido sulla montagna. | Stette immobile a subirne l'eco | e fuggì via.'' (p. 60)
*''Tutto ci abbandona a nostra insaputa. | Il sangue corre nel cerchio chiuso. | Le membra del giovane sono belle, | la sua mente è chiara e serena, | ma i vizi degli altri scrivono in nero | e nei laghi degli occhi | nuotano le anguille cattive. | La canna leggera, verde e bianca, | non sa dove appoggiarsi | ma non può cadere. | Le giunture si piegano con mollezza: | tutto si realizza e tutto si perde.'' (pp. 60-61)