Gianni Cuperlo: differenze tra le versioni

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*Vorrei un Pantheon aperto e pieno delle donne e degli uomini che partendo da culture e tradizioni diverse si sono battuti per emancipare la parte più debole delle loro società e del loro tempo. Si potrebbero citare tanti nomi, ne indico due. Quel sindacalista pugliese (Giuseppe Di Vittorio), che viaggiava fra i campi e seppe convincere i braccianti che non era un obbligo togliersi il cappello davanti al padrone. E il reverendo King, autore di quella profezia (...che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza). Cinquant'anni dopo, dallo stesso luogo nel cuore di Washington è stato un presidente di colore a ricordare quel discorso a dimostrazione che la forza della politica, a volte, sa valicare l'utopia del sogno. (dall'intervista di Marco Bucciantini, ''l'Unità'', 20 settembre 2013)
 
*Faccio parte di una generazione che ha rischiato di finire schiacciata tra fratelli maggiori poco generosi e fratelli minori molto ambiziosi. (dall'intervista di Alessandra Longo, ''Lala Repubblica'', 7 settembre 2013)
 
*C'è ora anche un bivio di fronte al quale bisogna scegliere, quello tra la giustizia del mercato e la giustizia sociale: il mercato fissa un prezzo per ogni cosa, ma è la politica che può portare a una società giusta, perseguendo valori e principi che non sono retaggio del passato ma risorse per il futuro. (citato in Simone Collini, ''l'Unità'', 6 settembre 2013)