Francesco Proto: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Francesco Proto==
*Due mesi prima, in un buon giorno di sole, il povero vecchio uscì da quella camera per rivedere ancora una volta il suo studiolo, ove, finalmente, era {{sic|riescito}} a porre in assetto i suoi libri e ad ordinare le sue carte. Ve lo ritrovai, quel giorno, sprofondato in una poltrona, presso all'aperta finestra. Un mormorìo confuso saliva, da lontano, alla pace de' balconi fioriti, alla gran pace silenziosa del Palazzo Cellammare: egli ascoltava – con la bocca schiusa, col corpo lievemente proteso, con le mani spiegate su' bracciuoli della poltrona – la voce della città, quella voce alla quale s'eran dianzi mescolati i suoi caratteristici urli di meraviglia, le sue schiette e {{sic|romorose}} risate, i suoi scoppî {{sic|approbativi}} che mettevano in curiosità e in subitaneo stupore i marciapiedi di Chiaia e di Toledo. <br />Ascoltava, ascoltava, estatico: s'abbeverava avidamente di quel soffio di vita e un tremor nervoso lo pervadeva tutto. ''Solo:'' or egli era ''solo'', là dentro, egli che era stato tanto con ogni cosa viva e con tutti. E, pian piano, il suo povero corpo s'abbandonò, le mani scivolarono su pe' bracciuoli, la testa reclinò, triste, sul petto. <br />– Duca?<br />– Oh... figlio. {{sic|..}} buon giorno...<br />– Come state?<br />Egli sorrise. E disse, piano, nel silenzio, mentre pur i {{sic|romori}} esterni parevano sopiti, disse, napoletanamente:<br />– ''Nun vide? Sto murenno''...<ref>Non vedi? Sto morendo...</ref> ([[Salvatore Di Giacomo]])
*Egli aveva detto in casa, nel caffè, nel salotto, a teatro, fin nella bottega del parrucchiere, ove i garzoni ammirati afferravan rime a volo, quel che nemmanco le gazzette avevano osato stampare: di questi ultimi tempi, in cui son precipitati a Napoli uomini e molte cose, giudizi tenuti dagli spettatori paurosamente chiusi nell'animo, il vecchio duca aveva espressi con alta e affilata parola: in verità egli ci pareva un [[Giuseppe Baretti|Baretti]] novello che menasse attorno la sua frusta schioccante e, senza alcun odio, ma pur senza misericordia alcuna, ne andasse attorno verberando amici e nemici. ([[Salvatore Di Giacomo]])