Paolo Isotta: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Paolo Isotta==
*È napoletano del Reame e continuatore della lingua poetica del “dolce"dolce stil novo”novo" ottocentesco e adopera perciò parole giammai sconciate dall'inabilità dello spirito ma sempre vive di timbro e prodigio. ([[Pietrangelo Buttafuoco]])
*È uno specialista con in più il buon gusto del dilettante, nel senso etimologico del termine. Nelle sue critiche la musica si mischia alle lettere, cede il passo alla pittura, corre incontro alla cultura, delicatamente polemizza con la memorialistica. [...] C'è in lui un elemento “scugnizzo”"scugnizzo" che solo chi conosce la realtà di Napoli può comprendere, il combinato disposto di plebe e aristocrazia, popolino e borghesia che anima il suo centro senza barriere economiche e sociali, un intreccio unico che ne è insieme tormento e estasi. Coniugato al dandismo, l'essere scugnizzo è spesso una miscela esplosiva. ([[Stenio Solinas]])
*Paolo Isotta, una delle certezze più autentiche [...] della nuova critica italiana. [...] Isotta non è di quei critici che hanno un loro ''progetto'' e si battono per il suo successo, dando l'impressione di coloro che, a duemila anni dalla discesa di Cristo in terra, aspettano ancora il messia. Sa che la partita si è chiusa per sempre, e forse addirittura nel secolo scorso, e per questo c'è una felicissima consonanza tra il prefatore e l'autore di questi saggi, tanto ammirabili per chiarezza quanto sottilmente angosciati dal sentimento dell'irreparabile, dalla certezza di una universale decadenza {{NDR|della musica}}, quella che Isotta chiama appunto «degenerazione verso l'intellettualismo». ([[Luigi Baldacci]])