Louis de Wohl: differenze tra le versioni

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*Non esisteva nulla al mondo di tanto radicale quanto la rappresaglia [[Unni|unna]]. Comprendeva tutto: uomini, donne, bambini, bestiame, cavalli, tende o case del nemico, fino giù giù al più piccolo oggetto. (p. 22)
*Da dove dunque proveniva quella potente impressione che {{NDR|il futuro [[Papa Leone I]], all'epoca arcidiacono}} provocava? Forse dal suo modo di parlare, perché non parlava mai di cose futili. No, non si poteva dirlo in forma negativa: perché parlava soltanto quando aveva qualche cosa da dire. (p. 30)
*'''Niceta, vescovo di Aquileia''': La [[Chiesa cattolica|Chiesa]] è vecchia, ha quasi quattrocento anni. Chi sa, forse non ci è concesso che poco tempo fino al ritorno di Nostro Signore nella sua potenza regale. <br /> '''Leone, arcidiacono''': La Chiesa è giovane e lo sarà sempre. Soltanto noi invecchiamo, e noi chi siamo? <br/> '''Niceta''': Già, noi chi siamo? In questa sala {{NDR|la sala d'udienza del palazzo imperiale d'Aquileia}} mi sento sempre nano. <br/> '''Leone''': Quando tutta questa pompa sarà distrutta, quando non resterà pietra su pietra, la Chiesa sarà ancora giovane come una sposa: la sposa del Signore. (p. 31)
*{{NDR|Descrivendo gli [[Unni]]}} Si trattava di un popolo che viveva sul cavallo, in qualche parte lassù sul Danubio, e ancora più verso oriente; gente dalle gambe corte, dalla pelle brunastra, dagli occhi stretti, un popolo selvaggio, crudele, primitivo, poligamo e politeista, che non aveva mai dissodato un campo, popolo di pastori e guerrieri. (pp. 42-43)
*Quando {{NDR|da giovane il futuro Papa Leone I}} studiava [[filosofia]] [...] aveva conosciuto un mondo dove nulla, nulla affatto era saldo e sicuro, dove un abile argomento vinceva l'altro, finché in bocca non restava che un sapore arido, un sapore di polvere. (p. 129)