George Berkeley: differenze tra le versioni

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==Citazioni di George Berkeley==
*{{NDR|Su [[Montesarchio]]}} [...] borgo affascinante situato alla base di una grande roccia conica, in cima alla quale c’èc'è un castello [...]. (citato in ''[http://www.ilvaglio.it/archivio/11780/e-un-covo-di-banditi-gli-abitanti-hanno-laria-cattiva-berkeley-passo-per-benevento-e-ne-resto-colpito.html È un covo di banditi. Gli abitanti? Che aria cattiva: Berkeley passò per Benevento e ne restò colpito...]'', ''Il Vaglio'', 7 dicembre 2011)
*Il 17 aprile 1717 con molta difficoltà giunsi sulla cima del [[Vesuvio]]. Da lì vidi una vasta cavità, piena di un fumo che mi impediva di vederne il fondo e la forma. Da questa voragine uscivano suoni straordinari, che sembravano provenire dalle viscere della montagna. Erano mormorii, singhiozzi, muggiti, scuotimenti, come onde in tempesta; e di tanto in tanto uno strepito simile a un tuono o a un cannone, accompagnato da un rumore di cocci infranti, come quello che fanno le tegole quando cadono dai tetti sulla strada. Qualche volta il vento rendeva il fumo meno denso e lasciava intravedere una fiamma rossastra e le pareti del cratere, striate di rosso e di molte gradazioni di giallo. [...] Il 18 finì lo spettacolo, e la montagna se ne stette assolutamente tranquilla, senza alcuna traccia di fuoco o di fumo. Una persona, la cui finestra affacciava sul Vesuvio, mi assicurò che durante l'ultima notte aveva visto molti lampi, come quelli che precedono il tuono, uscire dalla bocca del vulcano.<ref>Da una lettera ad un amico teologo del 1717; citato in ''Il Vesuvio'', Pierro Gruppo Editori Campani, Napoli, 2000.</ref>
*La [[materia]] è un non ente.<ref>Citato in ''Focus'' n. 90, p. 162.</ref>