Clemente Rebora: differenze tra le versioni

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*''[...] Gesù Signore, dammi il tuo Natale | di fuoco interno nell'umano gelo [...].'' (da ''Avvicinandosi il Natale''<ref>Citato in ''[http://www.culturacattolica.it/?id=114&id_n=30560 "Dolce Amor, Cristo bello!" Clemente Rebora e l’incontro con Cristo 7 - Attraverso l'oscurità dolorosa l'incontro con l'Amato]'', ''CulturaCattolica.it'', 13 luglio 2012.</ref>)
*''Immane ferve | e di macchine suona e di monete | l'uman contrasto, | mentre in disparte l'[[umiltà]] dei vinti | geme''. (da ''Frammenti Lirici'', XXXIV)
*Io penso certe volte che devo forse, in questo stadio di esistenza, far da concime—io, che con irrefrenabile gioia mi sento fusto e fronde e fiore e frutto al cielo (lo dico perché lo sento, anche se non è modesto il dirlo); far da concime all'albero della Vita. (da ''Lettere'', vol. I, n. 830<ref name=Arc/> )
*La mia invocazione perenne è: Signore, concedi ch'io meriti tanto da poter capire con chiarezza cosa voglia questo impeto che m'urge dentro, così da trovare giusto posto e forza al mio dovere, comunque. (Da ''Lettere'', vol. I, n. 744<ref name=Arc/>)
*''La [[poesia]] è un [[miele]] che il poeta, | in casta [[cera]] e cella di rinuncia, | per sé si fa e pei fratelli in via; | e senza tregua l'[[armonia]] annuncia''. (da ''Canti dell'infermità'', Scheiwiller)