Con la cosiddetta ombra sul mio polmone, un’ombraun'ombra era di nuovo calata sulla mia esistenza. Grafenhof era una parola funesta, a Grafenhof dominavano in maniera assoluta e con perfetta immunità il primario e il suo assistente e l’assistentel'assistente di quest’ultimoquest'ultimo, nonché le condizioni, terribili per un giovane come me, di un pubblico sanatorio per tubercolotici. Pur essendoci arrivato in cerca di aiuto, non ho trovato a Grafenhof che l’assenzal'assenza di ogni speranza, questo me lo avevano mostrato già i primi istanti, le prime ore, e in modo ancora più inaudito i primi giorni della mia permanenza.
===Citazioni===
Riga 65:
==''Gelo''==
===[[Incipit]]===
*La pratica d’ospedaled'ospedale non sta solo nell’assisterenell'assistere a complicate operazioni intestinali, nell’inciderenell'incidere peritonei, nel pinzare lobi polmonari, nell’amputarnell'amputar piedi, non sta davvero soltanto nel chiuder gli occhi ai morti o nel tirar fuori bambini per farli venire al mondo. La pratica d’ospedaled'ospedale non è soltanto questo: buttare con noncuranza nel secchio smaltato gambe e braccia intere o tagliate a metà. Non sta nel continuare a correr dietro come un cretino al primario e all’assistenteall'assistente e all’assistenteall'assistente dell’assistentedell'assistente, far parte del codazzo durante le visite. Né può consistere solo nel nascondere la verità ai pazienti e nemmeno nel dire: «Il pus naturalmente si scioglierà nel sangue e Lei sarà completamente guarito». O in centinaia d’altred'altre simili fandonie. Nel dire: «Andrà tutto bene!» – quando non c’èc'è piú nulla che possa andar bene. La pratica d’ospedaled'ospedale non serve soltanto a imparare a incidere e a ricucire, a far fasciature e a tener duro. La pratica d’ospedaled'ospedale deve anche fare i conti con realtà e possibilità extracorporee. Il compito che mi è stato affidato di osservare il pittore Strauch mi costringe a occuparmi di questo tipo di realtà e di possibilità. A esplorare qualcosa d’inesplorabiled'inesplorabile. A scoprirlo sino a un certo sorprendente grado.
