Leonardo Sciascia: differenze tra le versioni

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*Non di solo barocco è fatta [[Palermo]]. C'è anche una città modernista che tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento scelse l'art-nouveau per realizzare i teatri, le ville e i palazzi di una borghesia che voleva sentirsi all'altezza della vecchia aristocrazia cittadina. Per sensazioni ed immagini lontane, di quando ci sono venuto per la prima volta verso il 1930, spesso riesco a estrarre dal bellissimo caos che è Palermo una città essenzialmente liberty, quasi una piccola capitale dell'art-nouveau.<ref>Citato in ''[http://www.italialiberty.it/itinerario/itinerariolibertypalermo/ Palermo]'', ''Italialiberty.it'', 21 maggio 2013.</ref>
*Oltre le cronache, le relazioni, gli studi qui citati, ho letto (o presumo di aver letto) tutto quel che c'era da leggere, relativamente all'Inquisizione di Sicilia: e posso dire di aver lavorato a questo saggio più, e con più impegno e passione, che a ogni altro mio libro. (da ''Morte dell'Inquisitore'')
*Per un artista vero – qual è per esempio Guttuso – il "[[realismo socialista]]" non esiste. Guttuso è un grande pittore più quando fa ''I tetti di Sicilia'' che quando dipinge i ''Funerali di Togliatti''. Le etichette esistono in senso deteriore, e per la parte deteriore. (Leonardo Sciascia, intervista su ''Critica Sociale'', gennaio 1978, p. 17)
*Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende. (da ''La strega e il capitano'', Adelphi)
*Un libro, dunque, è come riscritto in ogni epoca in cui lo si legge e ogni volta che lo si legge. E sarebbe allora il rileggere un leggere: ma un leggere inconsapevolmente carico di tutto ciò che tra una lettura e l'altra è passato su quel libro e attraverso quel libro, nella storia umana e dentro di noi. (da ''Cruciverba'', Einaudi)