Stanley Kubrick: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Stanley Kubrick==
*Alex. {{NDR|Protagonista di ''[[Arancia Meccanica]]''}} è un personaggio che alla luce di ogni considerazione logica e razionale dovrebbe suscitare antipatia e anzi, con ogni probabilità, il pubblico dovrebbe aborrirlo. Eppure, nello stesso modo in cui Riccardo III gradualmente riesce ad eludere la tua disapprovazione, Alex ti trascina dentro la sua visione della vita. La storia produce questo effetto, che è per la mente del pubblico l'illuminazione artistica più piacevole e sorprendente. [...] Alex simbolizza l'uomo nel suo stato naturale, lo stato in cui sarebbe se la società non gli avesse imposto i suoi processi civilizzanti.<ref name=arancia/>
*È necessario che l'uomo possa scegliere tra bene e male e che ci sia il caso in cui egli scelga il male. Privarlo di questa possibilità di scelta, significa renderlo qualcosa di inferiore all'umano – un'arancia meccanica appunto.<ref name=tempi>Dall'intervista di Philip Strick e Penelope Houston, ''Tempi moderni: un'intervista con Stanley Kubrick'', ''Sight & Sound'', primavera 1972; in ''[http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1972moderntimes.html ArchivioKubrick.it]''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba|Il dottor Stranamore]]''}} Fu a questo punto che decisi di trattare la storia come una commedia-incubo. Seguendo questo approccio, trovai che non interferiva mai con la presentazione di argomenti ben elaborati. Mentre eliminavo le incongruenze, mi sembrò meno stilizzata e più realistica di qualsiasi cosiddetta seria o realistica trattazione, che di fatto è più stilizzata rispetto alla vita stessa, per via della meticolosa esclusione delle banalità, dell'assurdo e delle incongruenze. Nel contesto dell'imminente distruzione del mondo, l'ipocrisia, le incomprensioni, la lascivia, la paranoia, l'ambizione, gli eufemismi, il patriottismo, l'eroismo ed anche la ragionevolezza possono evocare un'orribile risata.
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:''I've never been certain whether the moral of the Icarus story should only be, as is generally accepted, "don't try to fly too high," or whether it might also be thought of as "forget the wax and feathers, and do a better job on the wings."''<ref>Citato in James Naremore e British Film Institute, ''On Kubrick'', British Film Institute, 2007, pp. 23-24. ISBN 1844571424</ref>
*{{NDR|Su ''[[2001: Odissea nello spazio]]''}} Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico e allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio.<ref>Citato in Paolo Mereghetti, ''Il Mereghetti: dizionario dei film 2004'', Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2003, p. 749-750. ISBN 88-8490-419-6</ref>
*Sì, Ermey interpreta sé stesso. {{NDR|L'attore Ronald Lee Ermey di ''[[Full Metal Jacket]]'' aveva lavorato come agente istruttore a Parris Island}}. È un colpo di fortuna, quasi un miracolo trovare qualcuno che sa recitare così bene e in più non recita che sé stesso. Anche queste sono cose che succedono una volta sola nella vita.<ref name=archivio>Dall'intervista di Hellmuth Karasek, ''La guerra: la più potente fantasia maschile'', ''Der Spiegel'', 1987; riportata in ''[http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1989karasek.html ArchivioKubrick.it]''.</ref>
*{{NDR|In risposta alla domanda sulla reazione dell'attore ed ex-militare R. Lee Ermey di fronte al modo con cui il suo personaggio era stato rappresentato in ''[[Full Metal Jacket]]''}} Si è piaciuto. Una cosa deve essere ben chiara: se una persona decide di diventare istruttore presso i Marines, non lo farà per motivi umanitari o perché si tratta di una persona particolarmente raffinata o sensibile. Una persona meschina non è certo animata da bonomia né tanto meno da interessi sociologici. Credo d'altra parte che al mondo ci siano pochissimi eserciti che formano le loro truppe diversamente, con particolare sensibilità.<ref name=archivio/>
*Sfortunatamente, il tasso di mortalità infantile tra le civiltà emergenti e nell'universo potrebbe essere molto alto. Non che la cosa possa preoccupare o disturbare altri che noi, la distruzione di questo pianeta sarebbe insignificante, in prospettiva cosmica: per un osservatore sito nella nebulosa di Andromeda, il segno della nostra estinzione non sarebbe più appariscente di un fiammifero che si accende per un secondo nel cielo; se quel fiammifero fiammeggerà nel buio, non ci sarà nessuno a piangere una razza che usò il potere che avrebbe potuto mandare un segnale di luce verso le stelle per illuminare la sua pira di morte.<ref>Dall'intervista di E. Norden, Playboy, 1968; citato in [[Enrico Ghezzi]], ''Stanley Kubrick'', Editrice Il Castoro e ''[[L'Unità]]'', 1995.</ref>