Ugo Spirito: differenze tra le versioni

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*La rivoluzione sociale che si sta ora realizzando sul terreno internazionale consiste appunto nel passaggio a una soluzione scientifica e tecnica dei problemi comuni. La politica si sposta nello sfondo come residuo di una tradizione da superare. (da ''Introduzione'', p. 32)
*Il mondo della politica finisce perché non c'è più nessuno che possa avere la velleità di formulare e di realizzare programmi ispirati a un ideale preciso e raggiungibile.<br />Il mondo si stacca dalla utopia ed è guidato da forze il cui componimento nessuno può anticipare scientificamente. La storia del venticinquennio {{NDR|a partire dal secondo dopoguerra}} è la dimostrazione ''ad oculos'' dell'impossibilità di continuare a determinare miraggi messianici, che nessuno può ulteriormente fantasticare e tantomeno tradurre in realtà. (da ''Introduzione'', p. 37)
*Attraverso il processo di unificazione tutto ciò che ha carattere particolare deve tendere necessariamente ad affievolirsi e scomparire. Soltanto ciò che ha valore comune è destinato ad accentuarsi e a divenire oggetto di fede.<br />Ora è proprio questo dato di fatto che vale a chiarire l'attuale contrasto delle generazioni. I valori nei quali credono i padri sono ancora quelli regionali, e i valori ai quali vanno accostandosi i figli sono quelli del mondo in via di unificazione.<br />Un'analisi approfondita di ciò che caratterizza l'attuale vita comune dei popoli permette di comprendere l'avvio verso una concezione e una prassi sempre meno differenziate. Ciò che è destinato ad affermarsi è ciò che è riconosciuto valido da tutti, e tutto ciò, invece, che corrisponde a tradizioni particolari può salvarsi unicamente se riesce a inserirsi come elemento accetto nel discorso comune. (da ''La protesta dei giovani'', pp. 81 - 82)
*Basta seguire le manifestazioni abituali della classe dirigente, le espressioni oratorie degli uomini più rappresentativi, gli appelli delle massime autorità costituite, per accorgersi della vacuità delle loro parole e della freddezza della loro anima. C'è ancora chi è capace di una fede massiccia nei valori ai quali è stato educato, ma i più sono già lontani da essi e continuano a esaltarli per incapacità di comunque sostituirli. Allora l'iato che divide le generazioni non è attenuato neppure dalla stima e dall'affetto per chi crede sul serio; e il distacco dei giovani si concreta in un giudizio di esplicita condanna. (da ''La protesta dei giovani'', p. 85)
*Forse l'estremismo massimo che raggiunge la protesta dei giovani è quello muto del silenzio. È la protesta di chi non accetta nulla ma non scarta neppure nulla, perché non pretende di avere il criterio per scartare e non riesce a determinare con precisione l'oggetto del suo rifiuto, sì che resta perplesso in modo radicale. La negatività è totale ma è insieme cosciente di non potersi esprimere senza contraddirsi.[...] Non si accetta nulla e si ''cerca''. Si cerca con la coscienza del proprio completo disorientamento: un disorientamento tale da non consentire neppure una sua espressione esplicita. [...] È la metafisica del vuoto che si converte nella metafisica della ricerca, che è sempre più alimentata dallo stesso ricercare, illuminato da tutte le luci di un'esperienza particolarmente ampia e profonda. Ed è una metafisica che giunge al livello di un'esigenza radicale, tale da investire tutta la realtà di oggi e da tendere a quella risposta esaustiva che ogni consapevole metafisica si propone. (da ''La protesta dei giovani'', pp. 92-93)