Eugenio Corti: differenze tra le versioni

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*«L'[[arte]]» disse il giovane «è l'universale nel particolare, è questo che tu volevi dire, che abbiamo detto tante volte». (p. 89)
*A un tratto si sentì bruscamente trattenuto per il cappotto. Uno degli individui caduto sulla pista l'aveva, brancolando, afferrato con una mano a una tasca. Il sottotenente non ebbe l'animo di dare uno strappo: si arrestò e piegò su di lui; anche Paccoi, col quale egli adesso camminava sotto braccio, s'era arrestato. <br />«Perché andate tutti via?» sussurò l'uomo prostrato nella neve: «Date una mano anche a me, non lasciatemi qui a morire.» <br />«Noi due non possiamo» gli rispose con pietà e insieme con vergogna Ambrogio «perché io sono ferito.» <br />«E mia madre?» mormorò lo sconosciuto senza più forze. «Non avete una madre voi?» (p. 362)
*{{NDR|Sugli [[alpino|alpini]]}} Non vogliamo idealizzarli, ma ci sembra di poter affermare che nell'attuale civiltà della materia e delle macchine, questa gente che - senza forse rendersene conto - si sosteneva soprattutto sullo spirito, costituiva una grande eccezione. Perfino quando gli capitava di essere sconfitti, essi in cuor loro (a motivo del dovere compiuto) non si sentivano propriamente tali; d'altra parte sconfiggerli era molto difficile. (p. 427)
*Addio dunque anche a te primo amore, addio per sempre, ciò che abbiamo sognato non sarà mai... Addio montagne, patria, reggimento, addio mamma e primo amore, cantavano gli [[alpini]]. Cantavano e piangevano gli alpini valorosi, e c'era nel loro canto paziente lo struggimento della nostra umana impotenza; cantarono anche quando il capitano ormai non cantava più e li accompagnava solo con gli occhi; cessarono di cantare solo quando si resero conto che il capitano Grandi era morto. (p. 446)
*Verso le quattro cominciò a schiarire. A levante si formò nelle tenebre un barlume verde scuro, che tracciò poco alla volta un segmento d'orizzonte, come a dire un principio di separazione tra il cielo e il mare, entrambi ancora neri. Poi la luce crebbe, si diffuse, le stelle andarono attenuandosi, mentre la macchia verdastra si espandeva sempre più, trasmutando in rosso, in oro, in altri colori. Sospesa nel cielo sopra il mare sterminato rimase un'unica stella, goccia di luce tremula: era Espero, la prima che si accende la sera, l'ultima che si spegne al mattino. Dal piano del mare emerse infine un punto straordinariamente luminoso, che crebbe fino a trasformarsi in un principio di disco: il sole. I dieci uomini, avvolti nelle loro umide coperte, osservarono quasi senza parlare lo spettacolo, mentre la barca seguitava a correre bravamente, spinta dal suo inestetico motore. (p. 490)
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«Benvenuta Almina» la salutò con gioia Marietta: «Benvenuta». <br />
«Nessuno, a pensarci bene, era più degno di te del paradiso» mormorò estatica Alma. <br />
«Oh, se è per questo siamo qui in tanti, in tanti» disse Marietta con voce angelica (ma che ricordava ancora in qualche modo la sua voce sempre un po' spaventata d'una volta) perché non uno di quelli per cui Cristo è morto si perde, Alma cara, non uno; se non vuole. Vedrai tuo cugino Manno, e Giustina, e Stefano, col loro padre Ferrante, vedrai il Foresto, e suor Candida, e Romualdo, e anche il Praga d'Incastigo che - grazie alle preghiere instancabili di don Mario - il demonio non è riuscito a tenere soggiogato sino alla fine.» <br />
A questo punto l'angelo di Michele fece un gesto circolare di saluto: «Beh, io devo tornar giù» disse con un mezzo sospiro, il mio posto è ancora là, e schiuse le ali per lanciarsi nel tragico mondo degli uomini.