Italo Calvino: differenze tra le versioni

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*Così decifrando il diario della melanconica (o felice?) collezionista di sabbia, sono arrivato a interrogarmi su cosa c'è scritto in quella sabbia di parole scritte che ho messo in fila nella mia vita, quella sabbia che adesso mi appare tanto lontana dalle spiagge e dai deserti del vivere. Forse fissando la sabbia come sabbia, le parole come parole, potremo avvicinarci a capire come e in che misura il mondo triturato ed eroso possa ancora trovarvi fondamento e modello. (da ''Collezione di sabbia'')
*Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con [[Benedetto Croce|Croce]], che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente.) Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all'altra. Mi chieda pure quel che vuol sapere, e Glielo dirò. ''Ma non Le dirò mai la [[verità]]'', di questo può star sicura. (da una lettera a Germana Pescio Bottino, 9 giugno 1964<ref group="fonte">Citato in ''La strada di San Giovanni'', Mondadori, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=yb_rRC1LFH8C&pg=PT8 p. 8].</ref>)
*È difficile associare l'idea della morte - e fino a ieri quella della malattia - alla figura di [[Elio Vittorini|Vittorini]]. Le immagini della negatività esistenziale, fondamentali per tanta parte della letteratura contemporanea, non erano le sue: Elio era sempre alla ricerca di nuove immagini di vita. E sapeva suscitarle negli altri. (da ''Il Confronto'', II, 10, luglio-settembre 1966)
*È un'energia volta verso l'avvenire, ne sono sicuro, non verso il passato, quella che muove Orlando, Angelica, Ruggiero, Bradamante, Astolfo... (dai ''Saggi'', p. 75)
*Era ora. Da vent'anni la letteratura italiana ha uno scrittore che non assomiglia a nessun altro, inconfondibile in ogni sua frase, un inventore inesauribile e irresistibile nel gioco del linguaggio e delle idee... Manganelli è il più italiano degli scrittori e nello stesso tempo il più isolato nella letteratura italiana. (dall'Introduzione a [[Giorgio Manganelli]], ''Centuria'', Adelphi, Milano 1995)
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*La [[giraffa]] sembra un meccanismo costruito mettendo insieme pezzi provenienti da macchine eterrogenee, ma che pur tuttavia funziona perfettamente. [...] Il signor Palomar [...] si domanda il perché del suo interesse per le giraffe. Forse perché il mondo intorno a lui si muove in modo disarmonico ed egli spera sempre di scoprirvi un disegno, una [[regola|costante]]. (da ''La corsa delle giraffe'', 1975)
*Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, – conclude – ci si può spingere a cercare quel che c'è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile. (1983)
*Non possiamo conoscere nulla d'esterno a noi scavalcando noi stessi - egli pensa ora - l'universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò che abbiamo imparato a conoscere in noi. (1983)
*Il fischio dei merli ha questo di speciale: è identico ad un fischio umano [...]. Dopo un po' il fischio è ripetuto - dallo stesso merlo o dal suo coniuge - ma sempre come se fosse la prima volta che gli viene in mente di fischiare; se è un dialogo, ogni battuta arriva dopo una lunga riflessione [...]. E se fosse nella pausa e non nel fischio il significato del messaggio? se fosse nel silenzio che i merli si parlano? Un silenzio, in apparenza uguale ad un altro silenzio, potrebbe esprimere cento intenzioni diverse; anche un fischio, d'altronde; parlarsi tacendo, o fischiando, è sempre possibile; il problema è capirsi. Oppure nessuno può capire nessuno: ogni merlo crede d'aver messo nel fischio un significato fondamentale per lui, ma che solo lui intende [...]. (1983)
*Nell'enorme vuoto delle sue ore, Copito de Nieve non abbandona mai il suo copertone. Cosa sarà questo oggetto per lui? Un giocattolo? Un feticcio? Un talismano? a Palomar sembra di capire perfettamente il gorilla, il suo bisogno di una cosa da tener stretta mentre tutto gli sfuggem, una cosa in cui placare l'angoscia dell'isolamento, della diversità, della condanna a essere sempre considerato un fenomeno vivente, dalle sue femmine e da suoi figli come dai visitatori dello zoo. (1983)
*La conoscenza del [[prossimo]] ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la [[conoscere se stessi|conoscenza di se stesso]].