Emily Dickinson: differenze tra le versioni

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*Non credo che ci sarà luce del sole, o uccelli canterini nella primavera che sta arrivando; cercherò una tomba prematura, quando l'erba diventerà verde; amerò invitare là gli uccelli se hanno una musica gentile, e i più dimessi tra i fiori di campo, e gli umili, malinconici insetti. Com'è preziosa la tomba Abiah, quando tutto ciò che amiamo riposa là, e l'affetto ci porterebbe a raggiungerli volentieri, se coloro che abbiamo perso si sentissero soli! (ad Abiah Root, tardo 1850, 39<ref group="fonte" name=bXXX/>)
*È passato tanto tempo da quando mi hai scritto, ricordo che stavano cadendo le foglie – e ora cade la [[neve]] – chi considera diverse le due cose? non sono le foglie sorelle della neve? (ad Abiah Root, tardo 1850, 39<ref group="fonte" name=bXXX/>)
*[...] non m'importa del [[anima e corpo|corpo]] – io amo l'[[anima e corpo|anima]], la timida, pudica, ritrosa anima – che si nasconde perché ha paura, e il corpo baldo e invadente - scusi signora mi ha chiamato? (ad Abiah Root, tardo 1850, 39<ref group="fonte" name=bXXX/>)
*Amo queste piccole fantasie, eppure le amerei ''di più'' se non fossero ''davvero così fantasiose'' come sembrano essere – ho fantasticato così tante volte e così tante volte sono tornata a casa per scoprire che erano ''solo'' fantasie che ho quasi paura di ''sperare'' in ciò che ''desidero'' tanto. (ad Abiah Root, 19 agosto 1851, 50<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0041-0050.html Le lettere 41-50]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Il [[vigneto]] sembra un regno, con grappoli maturi e rotondi a mo' di re, e bocche affamate a mo' di sudditi – il primo esempio a memoria d'uomo di sudditi che divorano i re! (ad Austin Dickinson, 1º ottobre 1851, 53<ref group="fonte" name=bL>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0051-0060.html Le lettere 51-60]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
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*So che saresti più felice in questa incantevole primavera che in qualsiasi bella città, e che ti sentiresti meglio più in fretta se potessi bere la nostra rugiada mattutina – e il mondo qui è talmente bello, e le cose così dolci e serene, che il tuo cuore ne sarebbe placato e consolato. Ti racconterei della primavera se pensassi che potrebbe convincerti subito a tornare, ma ogni bocciolo e ogni uccello non farebbe altro che affliggerti e renderti triste nel posto dove stai, così non una parola sui pettirossi, e non una parola sui fiori, per paura di rendere la città più buia, e la tua vera casa più cara. (a Emily Fowler Ford, primavera 1854, 161<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0151-0170.html Le lettere 151-170]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Non devi aver paura che io mi senta sola se mi lasci, perché spesso mi separo da cose che immaginavo di aver amato, – a volte per la tomba, e a volte per un oblio molto più amaro della morte – perciò il mio cuore sanguina così spesso che non farò caso all'emorragia, e aggiungerò solo un'altra agonia alle tante che l'hanno preceduta, e alla fine della giornata commenterò – è scoppiata una bolla di sapone! (a Susan Gilbert, verso il 1854, 173<ref group="fonte" name=bCLXX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0171-0180.html Le lettere 171-180]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Susie – ci vuole poco a dire quanto si è soli - chiunque può farlo, ma portare la solitudine accanto al cuore per settimane, quando dormi, e quando sei sveglia, con sempre qualcosa che ti manca, ''questo'', non tutti riescono a dirlo, e mi sconcerta. Ne dipingerei un ritratto che indurrebbe alle lacrime, se avessi la tela per farlo, e la scena sarebbe la ''[[solitudine]]'', e le figure – solitudine – e le luci e le ombre, ciascuna una solitudine. Potrei riempire una stanza con paesaggi così solitari, la gente si fermerebbe là a piangere; poi andrebbe di fretta a casa, per ritrovare una persona amata. (a Susan Gilbert, novembre-dicembre 1854, 176<ref group="fonte" name=bCLXX/>)
*Grazie a Dio un mondo c'è, e gli [[amicizia|amici]] che amiamo dimorano in eterno in una casa lassù. Temo di essere incoerente, ma pensare ai miei amici mi dà una tale delizia che dimentico il tempo e il senso comune e così via. (a Mrs. J. G. Holland, 18 marzo 1855, 179<ref group="fonte" name=bCLXX/>)
*Vengo tra i fiocchi, caro Dr. Holland, perché nevica davvero, e come cigni che si abbassano, qua una penna là un'altra, e poi una piuma, giungono i luminosi abitanti della bianca dimora. (a Dr. J. G. Holland, novembre 1855, 181<ref group="fonte" name=bCLXXX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0181-0200.html Le lettere 181-200]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
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*Allora non diremo "[[Addio]]", visto che l'immortalità – rende l'espressione del tutto obsoleta. (a Mrs. Joseph Haven, tardo agosto 1858, 192<ref group="fonte" name=bCLXXX/>)
*I miei [[amicizia|amici]] sono il mio "patrimonio". Mi perdoni quindi l'avidità con cui ne faccio incetta! Si dice che quelli che un giorno erano poveri, guardano all'oro con un punto di vista diverso. Non so come succede. Dio non è diffidente come noi, altrimenti non ci darebbe amici, per paura che ci si dimentichi di lui! (a Samuel Bowles, fine agosto 1858?-1859?, 193<ref group="fonte" name=bCLXXX/>)
*Ballerina, palco, e ritmo dispersi, ed io, un fantasma, che a voi fantasmi, recita la storia! Un oratore di piuma a un pubblico di lanugine, - e applausi da pantomima. "Proprio come a teatro", in verità! (a Dr. e Mrs. J. G. Holland, verso il 6 novembre 1858, 195<ref group="fonte" name=bCLXXX/>)
*La [[genziana]] è un fiore avido, e ci prende tutti di sorpresa. (a Dr. e Mrs. J. G. Holland, settembre 1859, 207<ref group="fonte" name=bCC>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0201-0220.html Le lettere 201-220]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Se sapessimo a quale profondità poggia il [[croco]], non lo lasceremmo mai andare. Eppure, i fiori di croco spuntano in molti tumuli in cui i giardinieri coltivano a fatica certi minuscoli bulbi evanescenti. (a Dr. e Mrs. J. G. Holland, settembre 1859, 207<ref group="fonte" name=bCC/>)
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*Le pene che si conoscono e che non possono essere alleviate ci fanno diventare demoni. (a Louise e Frances Norcross, 1861?, 234<ref group="fonte" name=bCCXX/>)
*La [[Luna]] scorre come una Fanciulla – attraverso una Città di Topazio [...]. (a Samuel Bowles, verso l'11 gennaio 1862, 247<ref group="fonte" name=bCCXL>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0241-0260.html Le lettere 241-260]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Mr Higginson,<br />È troppo profondamente occupato per dirmi se la mia Poesia è viva? La Mente è così vicina a se stessa – che non può vedere, distintamente – e non ho nessuno a cui chiedere – Se dovesse pensare che respira – e trovasse il tempo per dirmelo, proverei una pronta gratitudine – Se sto sbagliando – il fatto che lei abbia il coraggio di dirmelo – renderebbe ancora più sincero il rispetto – verso di lei – Accludo il mio nome – posso chiederle, per favore – Signore – di dirmi la verità? Che lei non mi inganni – è superfluo chiedere – poiché l'Onore è pegno di se stesso.<ref name=higginson>In entrambe levarie lettere indirizzate a [[Thomas Wentworth Higginson]] la Dickinson allegò alcune sue poesie per ricevere un giudizio in merito. La Dickinson infattiiniziò questa corrispondenza dopo avevaaver letto nell'aprile 1862 un articolo di Higginson sull'''Atlantic Monthly'', intitolato ''Letter to a Young Contributor''. {{cfr}} note di G. Ierolli.</ref> (a [[Thomas Wentworth Higginson|T. W. Higginson]], 15 aprile 1862, 260<ref group="fonte" name=bCCXL/>)
*Gliene porto altre {{NDR|di sue poesie}} – come lei ha chiesto – sebbene possano non essere diverse – Quando il mio pensiero è svestito – posso distinguerle, ma quando le vesto - mi sembrano uguali, e mute.<ref name=higginson/> (a T. W. Higginson, 25 aprile 1862, 261<ref group="fonte" name=bCCLX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0261-0280.html Le lettere 261-280]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*{{NDR|Sui [[cane|cani]]}} [...] Sono migliori degli Umani – perché sanno – ma non parlano [...]. (a T. W. Higginson, 25 aprile 1862, 261<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Mi parla di [[Walt Whitman|Mr Whitman]] – non ho mai letto i suoi Libri – ma mi hanno detto che è sconveniente. (a T. W. Higginson, 25 aprile 1862, 261<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Non vedere ciò che amiamo, è terribile - e parlarne - non dà sollievo - e nulla lo dà - se non lui stesso. (a Mrs. Samuel Bowles, primavera 1862, 262<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Vorrei che fosse più semplice, l'angoscia in questo mondo. Vorrei che si potesse essere certi che nella sofferenza c'è una parte d'amore. Il pensare di guardare giù un giorno, e vedere i tortuosi gradini da cui siamo venuti, da un posto al sicuro, dev'essere una cosa preziosa. (a Louise Norcross, inizio maggio 1862, 263<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Il mio Tutore morendo mi disse che gli sarebbe piaciuto vivere finché non fossi stata un poeta, ma la Morte era troppo Veemente da dominare per me – allora – E quando dopo molto tempo – un'improvvisa luce nel Frutteto, o una nuova foggia del vento turbavano la mia attenzione – sentivo come una paralisi, qui - che solo i Versi mitigavano. (a T. W. Higginson, 7 giugno 1862, 265<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Il [[Marinaio]] non può vedere il Nord – ma sa che l'Ago può. (a T. W. Higginson, 7 giugno 1862, 265<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Mi dirà i miei difetti, francamente come a se stesso? perché preferisco più trasalire, che morire. Non si chiama il chirurgo, per lodare - l'Osso, ma per metterlo a posto, Signore, e la frattura interna, è più critica. (a T. W. Higginson, luglio 1862, 268<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Ho trovato un uccello, stamattina, giù - giù - su un piccolo cespuglio in fondo al giardino, e gli ho chiesto perché cantasse, visto che nessuno ''ascoltava''. Un singhiozzo in gola, un palpito del petto - "La Mia occupazione è ''cantare''" - ed è volato via! Chissà se i cherubini, un giorno, anch'essi, ugualmente pazienti, hanno ascoltato, e applaudito il suo inno passato inosservato? (a Dr. ande Mrs. J. G. Holland, estate 1862?, 269<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Quando da Ragazzina stavo molto nei Boschi, mi dicevano che il Serpente mi avrebbe morso, che avrei potuto cogliere un fiore velenoso, o che i Folletti mi avrebbero rapita, ma io andavo avanti e non incontravo nessuno tranne Angeli, che erano molto più timidi con me, di quanto io fossi con loro, così non ho quella confidenza con l'inganno che hanno tanti. (a T. W. Higginson, agosto 1862, 271<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*{{Ancora|La gratitudine non|La [[gratitudine]] non è la menzione di una tenerezza, ma il suo silenzioso apprezzamento, più profondo del raggiungibile – tutto ciò che chiede nostro Signore, che conosce meglio di noi la misura delle cose. Disposti alla morte, se solo percepiamo che muore.}}<ref>{{cfr}} [[#La Gratitudine|poesia J989 - F1120]].</ref> (a Louise ande Frances Norcross, 1862?, 273<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Forse la Morte – mi ha procurato sgomento per gli amici – colpendo in modo acuto e precoce, perciò da allora li tengo avvinti – in un fragile affetto – fatto più di ansia, che di pace. (a T. W. Higginson, febbraio 1863, 280<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Una [[Lettera]] mi è sempre parsa come l'immortalità, perché è la mente da sola, senza compagno corporeo. (a T. W. Higginson, giugno 1869, 330<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0301-0330.html Le lettere 301-330]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Non è capitato nulla se non la solitudine, forse troppo quotidiana per riferirne. (a Louise e Frances Nonrcross, 7 ottobre 1863, 285<ref group="fonte" name=bCCLXXX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0281-0300.html Le lettere 281-300]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Sono stata ammalata così a lungo che non riconosco il Sole. (a Lavinia N. Dickinson, novembre 1864, 297<ref group="fonte" name=bCCLXXX/>)
*Una [[LetteraNovembre]] mi è sempre parsa come l'immortalità, perché èsembrato la menteNorvegia da sola, senza compagno corporeodell'anno. (a TMrs. WJ. HigginsonG. Holland, giugnoinizio 1869novembre 1865, 330311<ref group="fonte" name=bCCC>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0301-0330.html Le lettere 301-330]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Ho notato che la [[Morte]] fa frequenti visite, dove si è già presentata, rendendo desiderabile prevenire i suoi approcci. (a Mrs. J. G. Holland, inizio novembre 1865, 311<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Più straziante del morire è la morte per amore di chi sta per morire. (a Mrs. J. G. Holland, inizio novembre 1865, 311<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*[...] Se i morenti potessero aver fiducia della Morte, non ci sarebbero Morti [...]. (a Susan Gilbert, inizio dicembre 1865, 312<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Grazie per la tua [[Tenerezza]] – Trovo che sia l'unico cibo che la Volontà accetti, e nemmeno dalle dita di tutti. (a Susan Gilbert, inizio dicembre 1865, 312<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Oggi il vento soffia allegramente e le [[Ghiandaia azzurra americana|Ghiandaie]] abbaiano come Terrier Azzurri. Ti racconto quello che vedo. Il Paesaggio dello Spirito ha bisogno di polmoni, ma non della Lingua. Mi tengo stretta i pochi che amo, fino a quando il mio cuore diventa rosso come febbraio e purpureo come marzo. (a Mrs. J. G. Holland, inizio marzo 1866, 315<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Cara Sorella, Dopo che sei partita, un vento leggero gorgheggiava per casa come un uccello che spaziava, facendola sembrare su una cima, ma solitaria. Quando te ne sei andata è arrivato l'affetto. L'avevo previsto. La cena del cuore è quando l'ospite se n'è andato. (a Mrs. J. G. Holland, inizio maggio 1866, 318<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Una [[susina|prugna]] in comune non è una prugna. Ero troppo educata per prendere la polpa e il nocciolo non mi piace. Non mandare lettere collettive. L'anima deve avvicinarsi da sola alla Morte, così, deve fare con la vita, se è un'anima. Se è un comitato – non vale. (a Mrs. J. G. Holland, fine novembre 1866?, 321<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*Una [[Lettera]] mi è sempre parsa come l'immortalità, perché è la mente da sola, senza compagno corporeo. (a T. W. Higginson, giugno 1869, 330<ref group="fonte" name=bCCC/>)
*{{Ancora|Se leggo|Se leggo un libro che mi gela tutto il corpo tanto che nessun fuoco potrebbe mai scaldarmi so che ''quella'' è [[poesia]]. Se avverto concretamente come se il culmine della testa mi fosse strappato via, so che ''quella'' è poesia. Sono questi i soli modi che conosco. Non ce ne sono altri.}} (citato in un resoconto che Higginson fece alla moglie della sua prima visita ad Amherst, in una lettera scritta subito dopo, 342a<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0331-0360.html Le lettere 331-360]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*Finché resta [[William Shakespeare|Shakespeare]] la Letteratura è salda. (a T. W. Higginson, novembre 1871, 368<ref group="fonte" name=bCCCLX>In ''[http://www.emilydickinson.it/l0361-0390.html Le lettere 361-390]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
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*''Sono la piccola "[[viola (botanica)|Viola del Pensiero]]"! | Non mi curo di cieli imbronciati! | Se la Farfalla tarda | posso, per questo, mancare? || Se il Codardo [[Bombo]] | resta al calduccio, | io, devo essere più risoluta! | Chi farà la mia apologia?'' (J176 – F167<ref group="fonte" name=CL/>, vv. 1-8)
 
[[File:Emily Dickinson "Wild nights" manuscript.jpg|thumb|Manoscritto di ''Wild nights, wild nights'' (''Notti selvagge - Notti selvagge!'')]]
*''Notti selvagge - Notti selvagge! | Fossi io con te | notti selvagge sarebbero | la nostra voluttà!'' (J249 – F269<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/j0201-0250.html Tutte le poesie. J201 – 250]'', ''EmilyDickinson'', traduzione di G. Ierolli.</ref>, vv. 1-4)
 
*''La "[[speranza]]" è la pennuta creatura – | che si posa nell'anima – | e canta melodie senza parole – | e non smette mai – proprio mai – || e dolcissima – nella Brezza – è udita – | e violenta dev'essere la tempesta – | che possa confondere l'Uccellino | che così tanti riscaldò – || l'ho udita nella landa più gelida – | e sul Mare più remoto – | eppure, mai, alla Fine, | ha chiesto un briciolo – di me.''<ref>Poesia citata in maniera ironica da [[Woody Allen]]: «Come si sbagliava Emily Dickinson! La speranza non è "la cosa con le [[piuma|piume]]." La cosa con le piume è mio nipote. Devo portarlo da uno specialista a Zurigo.»</ref><ref>Citato in ''[[Criminal Minds]]'', stagione 5, episodio 16: «Emily Dickinson ha scritto: "La speranza è un essere piumato che si posa sull'anima e canta melodie senza parole e non si ferma mai".»</ref> (J254 – F314<ref group="fonte" name=CCL>In ''[http://www.emilydickinson.it/j0251-0300.html Tutte le poesie. J251 – 300]'', ''EmilyDickinson'', traduzione di G. Ierolli.</ref>, vv. 1-12)
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*''I Condannati – considerano l'[[Alba]] | con un Piacere diverso – | perché – quando la prossima splenderà di nuovo | dubitano di esserne testimoni.'' (J294 – F298<ref group="fonte" name=CCL/>, vv. 1-4)
 
*''È come la Luce – | una Delizia senza forma – | è come l'Ape – | una Melodia – senza tempo – || è come i Boschi - | Privata – Come la Brezza – | senza parole – eppure agita | gli Alberi più superbi – || è come il Mattino – | Migliore – quando è finito – | e gli Orologi Eterni – | battono – Mezzogiorno!''<ref>Un [[indovinelli dalle poesie|poesia-indovinello]] che potrebbe avere come soluzione la vita. {{NDR|Nota di G. Ierolli in ''[http://www.emilydickinson.it/j0251-0300.html Tutte le poesie. J251 – 300]'', ''EmilyDickinson''.}}</ref> (J297 – F302<ref group="fonte" name=CCL/>, vv. 1-12)
 
*''Sola, non posso essere – | Schiere – mi fanno visita – | Inafferrabile Compagnia – | che si beffa della Chiave – || non hanno Vesti, né Nomi | niente Calendari – né Luoghi – | ma Dimore diffuse | come gli Gnomi - || il loro Arrivo, può essere annunciato | da intimi Messaggeri – | la loro partenza – no – | perché non partono mai.''<ref>Questa può essere considerata una [[indovinelli dalle poesie|poesia-indovinello]]. Johnson dice che i versi "descrivono esattamente in che modo si sviluppa l'impulso creativo". {{cfr}} ''Emily Dickinson. An Interpretative Biography'', Atheneum, New York, 1972, p. 74. {{NDR|Nota di G. Ierolli in ''[http://www.emilydickinson.it/j0251-0300.html Tutte le poesie. J251 – 300]'', ''EmilyDickinson''.}}</ref> (J298 – F303<ref group="fonte" name=CCL/>, vv. 1-12)
 
*''L'[[Anima]] sceglie i suoi Compagni – | poi – chiude la Porta – | alla sua divina Maggiore età – | non presentarne più – || Impassibile – nota le Carrozze – che si fermano – | al suo modesto Ingresso – | Impassibile – un Imperatore inginocchiarsi | sul suo Zerbino – || Mi risulta che – in mezzo a tanti – | ne sceglie Uno – | poi – chiude le Valve della sua attenzione – | come una Pietra.'' (J303 – F409<ref group="fonte" name=CCC>In ''[http://www.emilydickinson.it/j0301-0350.html Tutte le poesie. J301 – 350]'', ''EmilyDickinson'', traduzione di G. Ierolli.</ref>, vv. 1-12)
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:''Dopo un grande [[dolore]] viene un senso solenne, | i nervi stan composti, come tombe. | Il [[Cuore]] irrigidito chiede se proprio lui | soffrì tanto? Fu ieri o qualche secolo fa? || I piedi vanno attorno come automi | per un'arida via | di terra o d'aria o di qualsiasi cosa, | indifferenti ormai; | una pace di quarzo come un sasso. || Questa è l'ora di piombo, e chi le sopravvive | la ricorda come gli assiderati rammentano la neve; | prima il freddo, poi lo stupore, infine | l'inerzia.'' (1997)
 
*''Conosco vite, che potrei perdere | senza Sofferenza – | di altre - un istante di assenza – | sarebbe un'Eternità.'' (J372 – F574<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/j0351-0400.html Tutte le poesie. J351 – 400]'', ''EmilyDickinson'', traduzione di G. Ierolli.</ref>, vv. 1-4)
 
*''Si può essere più soli | Senza la Solitudine.'' (J405 – F535<ref group="fonte" name=CD>In ''[http://www.emilydickinson.it/j0401-0450.html Tutte le poesie. J401 – 450]'', ''EmilyDickinson'', traduzione di G. Ierolli.</ref>, vv. 1-2)
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*''La Natura assegna il Sole – | Questa – è Astronomia – | la Natura non può decretare un [[amicizia|Amico]] – | Questa – è Astrologia.'' (J1336 – F1371<ref group="fonte" name=MCCC/>, vv. 1-4)
 
*''Il [[cuore e cervello|Cuore]] è la Capitale della Mente. | La [[cuore e cervello|Mente]] è un unico Stato. | Il Cuore e la Mente insieme fanno | un unico Continente. || Uno - è la Popolazione – | numerosa quanto basta – | questa estatica Nazione | cerca – sei Tu.'' (J1354 – F1381<ref group="fonte" name=MCCCL>In ''[http://www.emilydickinson.it/j1351-1400.html Tutte le poesie. J1351 – 1400]'', ''EmilyDickinson'', traduzione di G. Ierolli.</ref>, vv. 1-8)
 
*''I [[Sogno|Sogni]] sono l'elusiva Dote | che ci fa ricchi per un'Ora – | poi ci gettano poveri | fuori della Purpurea Porta | dentro i nudi Confini | che avevamo prima.'' (J1376 – F1401<ref group="fonte" name=MCCCL/>, vv. 1-6)
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*''Chi non ha trovato il [[Paradiso|Cielo]] – quaggiù – | lo mancherà lassù – | perché gli [[Angelo|Angeli]] affittano Casa vicino alla nostra, | ovunque ci spostiamo.''<ref>Esiste una seconda versione il cui manoscritto è andato perduto, il testo è conosciuto da una trascrizione di Mabel Todd: «''Chi non ha trovato il Cielo quaggiù, | lo mancherà lassù. | La residenza di Dio è accanto alla mia, | l'arredo è amore.''» {{cfr}} ''[http://www.emilydickinson.it/j1501-1550.html Tutte le poesie. J1501 – 1550]'', ''EmilyDickinson'', traduzione e note di G. Ierolli.</ref> (J1544 – F1609<ref group="fonte" name=MD/>, vv. 1-4)
 
*''La [[Bibbia]] è un Volume antico – | scritto da Uomini dissolti | su suggerimento di Sacri Spettri – | Soggetti – Betlemme - | l'Eden – l'antica Dimora – | Satana – il Generale – | Giuda – il Grande Malfattore – | Davide – il Trovatore – | il Peccato – un distinto Precipizio | a cui altri devono resistere – | i Ragazzi che "credono" sono molto soli – | gli altri Ragazzi sono "perduti" – | avesse il Racconto un armonioso Narratore – | tutti i Ragazzi verrebbero – | il Sermone di Orfeo affascinava – | non condannava.'' (J1545 – F1577<ref group="fonte" name=MD/>, vv. 1-15)
 
*''Vederla è un Quadro – | ascoltarla è una Musica – | conoscerla un'Intemperanza | innocente come Giugno – | non conoscerla – Afflizione – | Averla come Amica | un calore così vicino come se il Sole | ti brillasse in Mano.'' (J1568 – F1597<ref group="fonte" name=MDL>In ''[http://www.emilydickinson.it/j1551-1600.html Tutte le poesie. J1551 – 1600]'', ''EmilyDickinson'', traduzione di G. Ierolli.</ref>, vv. 1-8)