Emily Dickinson: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sui [[cane|cani]]}} [...] Sono migliori degli Umani – perché sanno – ma non parlano [...]. (a T. W. Higginson, 25 aprile 1862, 261<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Mi parla di [[Walt Whitman|Mr Whitman]] – non ho mai letto i suoi Libri – ma mi hanno detto che è sconveniente. (a T. W. Higginson, 25 aprile 1862, 261<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Non vedere ciò che amiamo, è terribile - e parlarne - non dà sollievo - e nulla lo dà - se non lui stesso. (a Mrs. Samuel Bowles, primavera 1862, 262<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Vorrei che fosse più semplice, l'angoscia in questo mondo. Vorrei che si potesse essere certi che nella sofferenza c'è una parte d'amore. Il pensare di guardare giù un giorno, e vedere i tortuosi gradini da cui siamo venuti, da un posto al sicuro, dev'essere una cosa preziosa. (a Louise Norcross, inizio maggio 1862, 263<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Il mio Tutore morendo mi disse che gli sarebbe piaciuto vivere finché non fossi stata un poeta, ma la Morte era troppo Veemente da dominare per me – allora – E quando dopo molto tempo – un'improvvisa luce nel Frutteto, o una nuova foggia del vento turbavano la mia attenzione – sentivo come una paralisi, qui - che solo i Versi mitigavano. (a T. W. Higginson, 7 giugno 1862, 265<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Il [[Marinaio]] non può vedere il Nord – ma sa che l'Ago può. (a T. W. Higginson, 7 giugno 1862, 265<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Mi dirà i miei difetti, francamente come a se stesso? perché preferisco più trasalire, che morire. Non si chiama il chirurgo, per lodare - l'Osso, ma per metterlo a posto, Signore, e la frattura interna, è più critica. (a T. W. Higginson, luglio 1862, 268<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Ho trovato un uccello, stamattina, giù - giù - su un piccolo cespuglio in fondo al giardino, e gli ho chiesto perché cantasse, visto che nessuno ''ascoltava''. Un singhiozzo in gola, un palpito del petto - "La Mia occupazione è ''cantare''" - ed è volato via! Chissà se i cherubini, un giorno, anch'essi, ugualmente pazienti, hanno ascoltato, e applaudito il suo inno passato inosservato? (a Dr. and Mrs. J. G. Holland, estate 1862?, 269<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Quando da Ragazzina stavo molto nei Boschi, mi dicevano che il Serpente mi avrebbe morso, che avrei potuto cogliere un fiore velenoso, o che i Folletti mi avrebbero rapita, ma io andavo avanti e non incontravo nessuno tranne Angeli, che erano molto più timidi con me, di quanto io fossi con loro, così non ho quella confidenza con l'inganno che hanno tanti. (a T. W. Higginson, agosto 1862, 271<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*{{Ancora|La gratitudine non|La [[gratitudine]] non è la menzione di una tenerezza, ma il suo silenzioso apprezzamento, più profondo del raggiungibile – tutto ciò che chiede nostro Signore, che conosce meglio di noi la misura delle cose. Disposti alla morte, se solo percepiamo che muore.}}<ref>{{cfr}} [[#La Gratitudine|poesia J989 - F1120]].</ref> (a Louise and Frances Norcross, 1862?, 273<ref group="fonte" name=bCCLX/>)
*Una [[Lettera]] mi è sempre parsa come l'immortalità, perché è la mente da sola, senza compagno corporeo. (a T. W. Higginson, giugno 1869, 330<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0301-0330.html Le lettere 301-330]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)
*{{Ancora|Se leggo|Se leggo un libro che mi gela tutto il corpo tanto che nessun fuoco potrebbe mai scaldarmi so che ''quella'' è [[poesia]]. Se avverto concretamente come se il culmine della testa mi fosse strappato via, so che ''quella'' è poesia. Sono questi i soli modi che conosco. Non ce ne sono altri.}} (citato in un resoconto che Higginson fece alla moglie della sua prima visita ad Amherst, in una lettera scritta subito dopo, 342a<ref group="fonte">In ''[http://www.emilydickinson.it/l0331-0360.html Le lettere 331-360]'', ''EmilyDickinson.it'', traduzione di G. Ierolli.</ref>)