Dark Wolverine (fumetto): differenze tra le versioni

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*''La prima coniettura che si fa del cervello d'uno signore, è vedere li uomini che lui ha d'intorno.'' ('''Niccolò Machiavelli''')
 
*Le riunioni di lavoro sono il dominio degli scarsi. In esse non si decide mai niente. PerchèPerché non servono a decidere. Le riunioni sono una questione di dominio e sottomissione. Un modo di marchiare il territorio. Le riunioni sono una punizione. PerchèPerché l'unico modo per far stare in riga un uomo potente, è portarlo a credere che deve farlo. Mettilo in una stanza con persone altrettanto potenti e con la stessa convinzione, e hai una prigione, con guardiani a guardia gli uni degli altri, gente che altrove non si guarderebbe neanche in faccia. Persone che la prendono male quando uno di loro disobbedisce. PerchèPerché tutti loro poi ne pagano le conseguenze. ('''Daken''')
 
===''Il Principe - Conclusione''===
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*Piccoli misteri. Riempiono la nostra vita. Da quando nasciamo a quando moriamo, viviamo nelle nostre preziose teste. Isolati. Talvolta, troppo isolati. La gente quasi non conosce se stessa. Fin troppi muri. Costruiamo il nostro labirinto e ci mettiamo casa. Alcuni di noi conoscono le strade per uscirne, ma talvolta ci occorre una mappa. Una guida. Io sono stata una guida. Io aiutavo la genta a trovare la propria strada. ('''Karla "Ms. Marvel" Sofen''')
 
*Impari a conoscere te stesso solo osservando il tuo riflesso negli occhi degli altri. Non puoi vedere il tuo vero volto nel vuoto. Tu non puoi amare nel vuoto. soffrire, uccidere o provare piacere. Non puoi metterti alla prova quando sei solo. Puoi solo gongolarti nell'illusione della perfezione. Di quello che pensi di essere. Senza che ci sia qualcuno o qualcosa che ti dimostri il contrario. ('''Karla "Ms. Marvel" Sofen''')
 
*Talvolta le risposte non sono complicate. Forse solo le [[aspettativa|aspettative]]. ('''Daken''')
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{{NDR|''Pride Comes... (Conclusion)'' da ''Daken: Dark Wolverine'' n. 19; del marzo 2012, ed. it. su ''Wolverine'' n. 276, ed. Marvel Comics Italia, gennaio 2013, trad. Fabio Gamberini}}
 
*Ogni giorno, la gente comune pensa ai fatti propri. Si dedica a ripetitive e tediose inezie. Fa del suo meglio per ignorare il notevole, l'infinito e il cosmico. Lo fa per un motivo. Per proteggersi. PerchèPerché, se aprisse la propria mente alle infinite possibilità che questo bizzarro e letale mondo ha da offrire, dovrebbe ammettere con brutalità i propri limiti. E questo condurrebbe tutti alla pazzia. Perciò... timbriamo il nostro cartellino al mattino e alla sera, e non poniamoci troppe domande! ('''Daken''')
 
*Questo non è il mio mondo. Le regole, i paradigmi di normalità e di stabilità mentale... si tendono e vanno in frantumi. Un surrealismo cancerogeno in espansione. ('''Daken''')
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*Bene, supereroi, ecco a voi il vostro codardo e malvagio antagonista. Venite a prendermi. ('''Daken''')
 
*'''Reed''': PerchèPerché Daken? Ti abbiamo accolto, dato fiducia, e trattato come un-- <br> '''Daken''': Non dire la parola che comincia con "A"... è solo un bel modo per dire "rete di sostegno necessaria per l'individuo". Alcuni di noi, i più deboli, bramano il calore umano, l'incoraggiamento e l'affermazione. Qualcuno che finga di ascoltarci mentre ci lamentiamo della nostra giornata. Siamo animali. Vogliamo fare sesso... quindi cerchiamo di compagni. E quando ci stanchiamo, ne scegliamo uno per la vita. I suoi fratelli e sorelle sono solo una complicazione superflua. Prendiamo coscienza della nostra mortalità, così sforniamo bambini. Ci elogiamo per l'abilità di "dare alla luce", quando qualunque organismo biologico può procreare. Un'[[ameba]] si divide, no?! A questo mondo non esiste l'altruismo da "casa nella prateria". Ogni [[interazione]] umana è una transazione. Cerchiamo chi è in grado di darci ciò di cui abbiamo bisogno e, di conseguenza, stabiliamo con essi rapporti a lungo termine. Tu la chiami famiglia.
 
*Quando si è vissuto in un mondo semplice, fatto di poteri primari, è necessario distinguersi. Come si vuole essere ricordati? Come il criminale? O l'eroe? In queste mie ultime ore di vita, sono giunto alla profonda e illuminante conclusione che... sono cattivo. ('''Daken''')