Alfred Edmund Brehm: differenze tra le versioni
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*La sua mobilità richiede un consumo importante di nudrimento, e quindi è assai dannoso, persino pericoloso quando è spinto dalla fame. D'inverno assalta ogni animale, l'uomo come gli altri talvolta, e sbrana tutto quel che può arraffare. Stanca la vittima incalzandola vivamente, di rado cerca di sorprendere qualche animale avvicinandosi cheto cheto. Talvolta uccide più di quel che consuma. Arreca devastazioni tremende fra le bestie inermi che vivono in gregge. (p. 450)
*Quando la fame tormenta il lupo, è una bestia spaventevole, che dimostra allora la qualità che più gli fa difetto ed è dappertutto stimata: il coraggio. Il lupo affamato sopraffà cavalli e bovine, di cui evita le zampe e le corna accuratamente d'estate, ed attacca talvolta, sebbene di rado, uomini armati, anche se vede che alcuni suoi compagni sieno stati uccisi dalle armi da fuoco. (p. 450)
*Non v'ha da stupire se questi terribili animali destano, e principalmente quando sono in gran numero, l'angoscia e lo spavento fra gli uomini non solo ma anche fra gli animali. I cavalli sono in sommo grado inquieti appena hanno sentore del lupo; gli altri animali domestici, ad eccezione del cane, pigliano la fuga se hanno il più lieve sentore del loro capitale nemico. Ma pei buoni cani non pare che vi sia piacere maggior della caccia al lupo, appunto
*Il lupo possiede tutte le doti e le qualità del cane: ha la stessa forza e la stessa costanza, la medesima acutezza di sensi, la medesima intelligenza. Ma è unilaterale e d'assai meno nobile del cane - senza dubbio soltanto
*Molte osservazioni hanno fermato a sufficienza che dall'accoppiamento del lupo colla cagna o del cane con una lupa provengono ibridi che generano verosimilmente figli fecondi. Questi ibridi non tengono sempre il mezzo tra il lupo e il cane, e i piccoli d'uno stesso parto sono anche molto diversi. Per solito rassomigliano più al lupo,
*Il produrre ibridi del lupo e del cane non è mai un atto di libera volontà,
*Quel che è sicuro è che il lupo è suscettibile d'addomesticamento, e degno del consorzio con gente senza pregiudizi. Chi sa trattarlo bene può formare un animale che somiglia essenzialmente al cane domestico. Ma un animale libero deve certamente essere trattato in altro modo di uno schiavo sottomesso da tempo illimitato alla dominazione dell'uomo. (p. 455)
*Il suo modo di vivere lo colloca appunto come anello di congiunzione tra il lupo e la volpe. A questa rassomiglia più che non a quello. Di giorno sta ritirato; verso sera si accinge alle sue scorrerie, urla forte per radunare altri della medesima specie e scorrazza con loro. Ama molto la società,
*Il poco vantaggio che recano non è proporzionato al danno. Sono utili soltanto a sbarazzare dalle carogne ed a distruggere ogni sorta di animaletti molesti, sopratutto i topi; ma sono dannosi pel loro svergognato brigantaggio. Non contenti di divorare quanto si mangia, derubano ancora cose che non si mangiano nelle case e nei cortili, nelle tende e nelle stanze, nelle stalle e nelle cucine. Portan via quanto loro piace, e la loro passione per rubare è forse pari alla loro voracità. Nell pollaio fanno la parte della nostra volpe: uccidono colla crudeltà della martora e derubano se non coll'astuzia, almeno colla temerità della volpe. (p. 460)
*Gli sciacalli presi giovani si addomesticano presto e meglio delle volpi. Si abituano pienamente al padrone, lo seguono come un cane, si lasciano accarezzare e domandano carezza al par di questo, ubbidiscono alla chiamata, dimenano amichevolmente la coda quando sono accarezzati colla mano: dimostrano insomma tutte le qualità, tutte le abitudini del cane domestico. Persino gli adulti si avvezzano col tempo all'uomo, per quanto da principio si mostrino ringhiosi. (p. 461)
*Esso forma in certo modo l'anello di congiunzione tra i lupi e le volpi. La sua specie ha ancora del lupo, ma la forma della testa, le gambe corte e la coda piuttosto lunga e folta ricordano la volpe. (p. 466)
*Rapisce tutto quello a cui arriva, ed agguaglia perfettamente in scaltrezza i nostri lupi e le volpi. Di notte penetra sovente nei villaggi indiani, e nell'inverno non è raro vederlo trottare di giorno appunto come il nostro lupo per la neve ed il freddo. Al tempo della riproduzione dimora in tane che si scava da sè ed in caverne, ove nell'aprile la femmina partorisce da sei a dieci figli. Il tempo degli amori ricorre in gennaio e febbraio e sovraeccita in sommo grado il lupo delle praterie, come tutti i cani. In quel tempo si ode la sua voce nella prateria: è un latrato particolare, alquanto prolungato al fine, che ricorda il grido della nostra volpe. (p. 467)
*Il lupo delle praterie cade in trappola più raramente del lupo o della volpe, e quando ciò avviene il cacciatore ne ha poca gioia,
*Il [[licaone]] ha circa la mola d'un piccolo lupo, o d'un cane da macellaio di mole media, e presenta la maggior somiglianza con quest'ultimo per la forma, la quale malgrado la sua elegante sveltezza e leggerezza appare come d'un animale forte e robusto: in tutto ciò le osservazioni concodrano. (p. 495)
*Il licaone anche agli occhi del profano appare quale perfetto prodotto della luce, mentre la [[iena]] è una figlia delle tenebre per ogni riguardo. (p. 499)
*Pochi sono gli animali la cui storia sia stata adorna di tante favole, di tante straordinarie dicerie, come quella delle iene. Gli antichi stessi narravano di esse le più incredibili cose. Si asseriva che il cane il quale vedeva l'ombra d'una iena ne perdesse incontanente la voce ed i sensi; si assicurava che l'odiosa belva sapeva imitare la voce dell'uomo per meglio adescarlo, poi d'un tratto aggredirlo ed ucciderlo; si credeva che il medesimo individuo radunasse in sè i due sessi, e persino mutasse a piacimento di sesso, ora presentandosi come essere maschio, ora come femmina. Il più notevole si è che siffatte fiabe trovarono credito presso tutte le popolazioni che conebbero le iene. Gli Arabi principalmente sono ricchi di leggende sopra questi animali. Si crede da essi solamente che l'uomo diventi furioso mangiando cervella di iena; si sottera il capo della belva uccisa per togliere malvagi stregoni il mezzo di fare soprannaturali sortilegi. Persino si crede dai più, e con certezza, che le iene non son altro che stregoni travestiti, che di giorno vanno attorno in figura umana, ma di notte pigliano la maschera di iena e danno di ogni giustizia. Io stesso fui varie volte ammonito dai miei servi arabi con premura di non isparare sulle iene, e mi vennero narrate spaventose storie sulla potenza degli spiriti infernali mascherati. (p. 500)
*La favola o la leggenda scelgon sempre forme adatte: un animale di cui vengono spacciate e credute tante meraviglie, deve avere nella sua forma alcun che di particolare. Le iene confermano questo fatto. Somigliano ai cani, eppur ne sono diverse per ogni riguardo; fanno parte della famiglia, eppure si stanno isolate. Il loro aspetto non è per nulla gradevole, anzi è decisamente ributtante. Tutte le iene sono brutte
*Il ghiottone d'Europa e d'Asia concorda colla volverena dell'America settentrionale, ma esso abita tutte le parti al nord della terra. (p. 569)
*Malgrado la sua piccola mole il [[ghiottone]] non è punto un avversario da disprezzare. Esso è ferocissimo, straordinariamente forte, e sa per bene difendersi. Si assicura che persino gli orsi e i lupi gli cedono il passo. Gli ultimi sopratutto non lo toccano, forse a cause del suo fetore. Contro l'uomo si difende soltanto se non può più scansarsi. Per lo più quando scorge un cacciatore si salva colla fuga; se è inseguito si arrampica sopra un albero o sopra le più alte vette rocciose, ove nessun nemico osa tenergli dietro. In una località senz'alberi è presto raggiunto da cani agili, ma si difende con costanza e coraggio e morde rabbiosamente intorno a sè. Un cane solo non può mai vincerlo, e persino a parecchi riesce difficile il soggiogarlo. Se non può cercare scampo sopra un albero si pone supino, afferra il cane cogli aguzzi artigli, lo getta a terra e lo lacera per modo che soccombe sovente alle ferite. (p. 573)
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