Luigi Martini (presbitero): differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*{{NDR|Rivolgendosi a [[Carlo Poma]]}} A suo tempo parleremo anche della morte e della eternità, ma con misura e discrezione, perché la preparazione più bella alla morte sono non i discorsi, ma le opere buone; tal che Platone stesso diceva, che la scienza del ben vivere, è anche la scienza del bel morire. (p. 393)
*Appena me lo consentirono le mie occupazioni del Seminario, mi recai nelle ore pomeridiane da [[Carlo Poma|Carlo]], il quale stava leggendo. Non pareva un uomo, che fosse stato quel giorno condannato a morte da subirsi dopo tre giorni. Imperocchè era calmo e tranquillo, come chi non ha rimorso, paura, e sa di essere in paese amico, amato e benedetto da suoi fratelli. (p. 397)
*Il mezzo più efficace per raddolcire le amarezze di un misero, è farlo parlare. Parlando, egli corre subito alle sue pene e alle sue miserie, perché la lingua batte dove il dente duole; e narrando i dispiaceri, manda fuori I'amaro che gli avvelena il cuore. [[Francesco Petrarca|Petrarca]] scriveva, che cantando, il duol si disacerba. (p. 398)
*Esso {{NDR|[[Carlo Poma]]}} e i suoi compagni sospiravano la li bertà e l' indipendenza d'Italia, eredi dello spirito liberale e nazionale dei prigionieri di Spielberg, compendiato in questo programma, che si erano proposti a regola di tutta la loro vita: ''il giusto, il ver, la libertà sospiro''. (p. 399)
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*Avevamo appena finito di recitare quelle preghiere che la nostra carrozza passando davanti la casa Poma, posta in Contrada Larga, di fianco alla Chiesa Parrocchiale di s. Barnaba, fu vista o sentita da una di lui sorella {{Ndr|di [[Carlo Poma]]}}, la quale diede un grido il più acuto e disperato, e dietro questo si udirono voci di dolore e un pianto dirottissimo. (p. 452)
*Lungo la via non pochi amici e conoscenti di [[Enrico Tazzoli|Tazzoli]] e di [[Carlo Poma|Poma]] li salutavano, taluni davano segni di mestizia e d'amore, mandando loro un bacio e un sospiro. Altri si levavano riverenti il cappello, e li guardavano con occhio pietoso e spesso lagrimante. (p. 453)
*Immagini il lettore la esacerbazione del popolo circostante, quando vide deluse le sue speranze, ed invece di gridare evviva per la grazia della vita, gli fu d'uopo mandare sospiri e lagrime per la morte. Immagini le imprecazioni, che mandò; l'astio, il rancore, lo spirito di vendetta, che si suscitò nel suo cuore, e che non depose mai più. PerocchèPerocché il popolo è tenace de suoi proponimenti, ed è miracolo se ritiri indietro la mano da una risoluzione, che giurò di compiere a tempo. Il mio animo rifugge dal descrivere tali cose, e si limita a ricordare che la morte data ai prigionieri di stato esacerba la maggior parte degli animi, e rinvigorisce il proposito di mandare a capo ciò, che non poterono i giustiziati. (p. 462)
 
==Citazioni su Luigi Martini==