Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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*Il giorno in cui i [[contadino|contadini]] saranno educati nel vero, i [[tiranno|tiranni]] e gli [[schiavitù|schiavi]] saranno impossibili sulla terra. (''Alla Società del Tiro in Ganzo'', Caprera, 29 agosto 1864; p. 356)
*È il popolo rivendicato a se stesso, libero del suo braccio e della sua coscienza che dovrà creare in [[Italia]] il nuovo elemento di progresso civile, morale ed economico. Però oggi è d'uopo crear quest'Italia, che non esiste, né può esistere, col Tedesco a Venezia e col Papa a Roma. (''Alla Società operaia — Millesimo'', Caprera, 4 luglio 1865, p. 373)
*È un fatto consolantissimo, in mezzo alle tante sciagure che ci circondano, quello di vedere che lo spirito d'associazione va sempre più crescendo in Italia e specialmente nell'elemento dell'[[operaio]].<br />Gli operai italiani facciano a loro volta quello che vanno oggi facendo gli operai inglesi, i quali si schierano e si coordinano costituendosi in lega. Una Lega operaia italiana si costituisca e dia la mano alla Lega operaia inglese; e su larga scala gli operai tutti di Italia imitino l'atto generoso e fraterno degli operai di Parigi e gli operai di Berlino. Si lavori alacremente a cementare l'elemento operaio delle diverse nazioni sorelle in uno: ''Lega operaia universale'', ed alle subdole arti della diplomazia e delle false alleanze e dei congressi buonaparteschi, potrebbero gli operai uniti opporre la vera democrazia, l'alleanza della ''Lega operaia'', i ''Congressi operai'' universali; in una parola, alla depressione apporre l'educazione, perchèperché è l'educazione che scioglierà il gran problema che si agita nel nostro secolo, l'emancipazione. Essa, l'educazione, ai prepotenti della terra, in cocolla o senza, dirà col Giusti: «Cessi il mercato reo, cessi la frode».(''San Fiorano'', 4 maggio 1867, p. 427)
*Ch'io me ne vado in America, dicono dunque i giornali della camorra governativa e pretina; e lo desiderano ne son certo, stimandomi assai più che non merito.<br />Sì; più che non lo merito, perchèperché da per me nulla valgo, logoro del corpo come sono; ma se si volesse profittare dell'anima mia, che non sento logora affatto; se questo popolo infelice volesse scuotere il suo manto d'inerzia, le sudicie superstizioni che lo legano al negromantismo; allora sì che meriterei quel desiderio d'allontanamento. Io sono veramente un po' stanco di predicare al deserto; ma'che diavolo andrò a fare in America? Se non mi portano via per forza, io poserò le ossa su questa mia terra; che codardia e tradimento potranno strappare all'Italia giammai. (''A Giuseppe Tironi'', Caprera, 29 settembre 1868; p. 492)
*La [[repubblica]] è il governo della gente onesta, e se ne vide la prova in tutte le epoche. Esse durano mentre virtuose, e cadono quando corrotte e piene di vizi. (''Agli amici di Spagna'', Caprera, 11 novembre 1868; p. 495)
*Nemico della [[pena di morte]] ed amico della pace e della fratellanza umana, mi trovo a fare la [[guerra]], che è l'antitesi de' miei principii. Amico della pace, certamente; ma nemico dei ladri, e considero come tali, l'[[Austria]], il [[Bonaparte]], e più che ladro il [[Papa]]. (''Signor Enrico Guesnet — Ingelmunster'', 16 novembre 1870, p. 552)
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*I preti colle loro imposture dominano le classi povere ed ignoranti, massime nelle campagne — a quelle essi facciatamente promettono il Paradiso — e molti di loro hanno anche l'abilità di farsi credere buoni a forza d'ipocrisia. (''Il Prete''; p. 891)
*I preti, questa peste del mondo, falsando la via di redenzione e di amore del [[Cristo|gran Legislatore]] e deificandolo per meglio ingannare il prossimo, si diedero ad ogni sfrenatezza.<br />Lunga e scellerata è la storia di questi cannibali — e per nostra sciagura più che su qualunque altro popolo, pesarono sull'Italiano.<br />Per i preti la [[Italia|Nazione Italiana]] fu sempre divisa, non poté mai unificarsi, ad onta degli sforzi de' nostri grandi di tutte le epoche, e fu perciò in tutte le epoche dominata da stranieri, che i preti stessi chiamarono in Italia in loro aiuto contro le popolazioni irritate dalle enormezze dei falsi leviti. (''Il Prete''; p. 899)
*Non tutti i preti sono malvagi, ma è pur forza confessarlo: i buoni sono rarissimi, e quei pochi buoni sono nell'incapacità di far bene, perchèperché non protetti e quindi impauriti dalle persecuzioni dei malvagi. (''Il Prete''; p. 900)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==