V for Vendetta: differenze tra le versioni

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===Capitolo 5, ''Versioni''===
*Mi chiamo Adam Susan. Sono il Leader. Il capo dei dispersi, il signore delle rovine. Sono un uomo come tanti. Conduco il paese che amo fuori dalla palude del ventesimo secolo. Credo nella sopravvivenza, nel destino della razza nordica, nel fascismo. Oh, sì, sono fascista. E allora? Fascismo... nient'altro che una parola il cui significato si è perso nelle chiacchiere degli imbelli e dei traditori. Furono i romani a inventare il fascismo. Il suo simbolo era un fascio di ramoscelli. Si può anche rompere un ramoscello, ma il fascio rimane fascimo... la forza dell'unità. Credo nella forza, credo nell'unità. E se la forza e l'unità di intenti richiedono un'uniformità di parola, pensiere e azione, così sia. Non voglio sentir parlare di libertà, di diritti individuali. Sono un lusso, e non mi piace il lusso. La guerra ha posto fine al lusso. La guerra ha posto fine alla libertà. La sola libertà che resta al mio popolo è quella di essere affamato, di morire, di vivere in un mondo di caos. Devo concedergli questa libertà? Credo di no. Credo di no. Mi riservo forse la libertà che nego agli altri? No. Non sono che un servo, chiuso in gabbia. Io, che sono padrone di tutto ciò che vedo. Vedo desolazione. Vedo polvere. Possiedo tutto. Possiedo pochissimo. Non sono amato, lo so. Non ho mai conosciuto il dolce sussurro dei un'amante, la pace che si trova tra le cosce di una donna. Però sono rispettato. Sono temuto. E questo basta. PerchèPerché amo senza essere amato. il mio amore è ben più profondo delle fugaci convulsioni dell'accoppiamento animalesco. Parlerò di lei? Parlerò della mia sposa? Non ha occhi per civettare e per promettere, ma vede tutto. Vede e capisce con una saggezza di proporzioni divine. La luce del suo intelletto mi acceca. Come le devo sembrare scioco. Come le devo sembrare stolido e infantile. La sua anima non conosce le trappole e le ambiguità delle emozioni. Non odia, non desidera. Non la gioia il dolore. La venero anche se non son degno di lei. Adoro la purezza del suo disprezzo. Non mi rispetta. Non mi teme. Non mi ama. Chi non conosce la crede fredda e dura, priva di calore e di passione. Ma non la conoscono. Non sono stati toccati da lei. Mi tocca, e sono Dio e il destino a toccarmi. L'intera esistenza fluisce in lei. La venero. Sono il suo schiavo. Mai libertà alcuna fu tanto dolce. Amor mio, voglio star con te per sempre, passare la mia vita con te. Voglio soddisfare ogni tua richiesta senza mai chiederti la minima manifestazione d'affetto. Fato... fato... ti amo. ('''Leader''')
 
*{{NDR|Parlando con una statua}} Salve, cara signora. Bella serata, vero? Mi perdoni l'impertinenza. Forse intendeva fare due passi, oppure si stava godendo il panorama. In ogni caso mi sembrava ora che lei e io scambiassimo due parole. Ah, dimenticavo... non ci siamo presentati. Non ho un nome. Può chiamarmi V. Signora giustizia... V. V... la signora giustizia. Salve, signora giustizia. "Buona sera, V." Ecco, ora ci conosciamo. Per la verità, l'ho ammirata a lungo. Oh, lo so cosa starà pensando... "Questo povero ragazzo si è preso una cotta da adolescente per me." Mi scusi, signora, ma le cose stanno diversamente. Sì, l'ho ammirata a lungo, anche se solo da lontano... quand'ero bambino, la guardavo dalla strada di sotto. "Chi è quella signora?" dicevo a mio padre, e lui:"È la signora giustizia." E io:" Come è bella!" La prego, non creda che fosse solo un fatto fisico, lo so che lei non è quel tipo di ragazza. No, l'amavo come persona, come ideale. Ne è passato di tempo, e purtroppo ora c'è un'altra. "Cosa? Vergogna, V! Mi hai tradito per una sgualdrinella, una gattina vanitosa con labbra dipinte e un sorriso sfacciato!" Io, signora? Mi consenta di contraddirla! È stata la sua infedeltà a gettarmi tra le sue braccia! Sorpresa, eh? Credeva che non sapessi della sua tresca, vero? E invece lo so. So tutto. Francamente, quando l'ho scoperto non mi ha sorpreso. Lei ha sempre avuto un debole per le uniformi. "Uniformi? Non so di cosa stai parlando! Per me sei sempre stato il solo V..." Bugiarda! Puttana! Osi negare di esserti data a lui, con i suoi gagliardetti e i suoi stivali? Che c'è, non parli? Lo sapevo... Bene, ora sei finalmente smascherata. Non sei più la mia giustizia, sei la sua giustizia. Hai cambiato amante. Ma sappi che anch'io ho fatto lo stesso! "Sob! Sniff! Chi... Chi è, V? Come si chiama?" Si chiama [[anarchia]], e come amante mi ha insegnato ben più di te! Lei mi ha insegnato che la giustizia non ha senso senza la libertà! Lei è onesta. Lei non promette e non delude... a differenza di te, fedifraga! Un tempo mi domandavo perché non mi guardassi mai negli occhi. Adesso lo so. E dunque addio, cara signora. Ancor oggi il nostro commiato mi peserebbe, se tu fossi ancora la donna che un tempo amavo. Ecco un ultimo dono. Lo lascio ai suoi piedi. {{NDR|l'Old Bailey esplode}}. Le fiamme della libertà, belle e giuste. Ah, mia preziosa anarchia... "O bellezza che mai conobbi fino ad ora." ('''V''')
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*'''Impiegato dell'orecchio #1''': Nottata morta. <br> '''Impiegato dell'orecchio #2''': Morta? È già putrefatta! È l'arte della conversazione che sta morendo o che cosa?
 
*'''Vescovo Lilliman''': ...come all'inferno. Uomini che bruciavano... soffocavano nella nebbia gialla... [...] e vidi una sagoma nera davanti alle fiamme. Un uomo. Oh, Dio, chi sei? Chi sei veramente? <br> '''V''': Sono il diavolo, e vengo a compiere l'opera del diavolo. [...] Non ho un nome. [...] Puoi chiamarmi V. <br> '''Vescovo Lilliman''': Il Signore è il mio pastore. Nulla mi può mancare. Egli mi conduce ai verdi pascoli e alle acque limpide. [...] Salverà la mia anima, e nel suo nome mi porterà sulla via del bene. PoichèPoiché anche se cammino nella valle della morte, non temerò alcuna insidia.<ref>Questa parte viene riascoltata anche in seguito da Finch, con alcune parti mancanti e alcune parti in più.</ref>
 
*Abbiamo appena ricevuto il referto del patologo. Il vescovo è stato avvelenato. L'ostia era piena di cianuro. E sai una cosa? Quando gli è arrivata nello stomaco, era ancora cianuro. ('''Finch''')
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*'''Finch''': ...caso chiuso. Dominic, negli ultimi quattro anni ha ucciso tutti quelli che lavoravano a Larkhill, uno ad uno... li ha uccisi tutti. <br> '''Dominic''': Come si fa a dire, signore? Possono anche esserci delle morti accidentali. Delle morti naturali... <br> '''Finch''': O qualcosa che somiglia molto alla morte naturale.
 
*'''V''': Hai paura? <br> '''Delia''': No. No. Credevo di sì, invece no. Mi sento sollevata. Oh, Dio, tutti questi anni, tutta questa attesa... L'ho sempre saputo che saresti tornato. Quando ti ho visto quella sera... la sera che fuggisti. Stavi davanti alle fiamme. Ti voltasti, e mi guardasti. Allora capii che un giorno mi saresti venuto a cercare, che mi avresti trovata. Quel... quel che facevamo, quello che ho fatto io a Larkhill... questa terribile consapevolezza. Mi ha accompagnato per tanto tempo. Come ho potuto? Una volta ho sentito di un esperimento americano. Dei volontari azionavano un generatore elettrico, avevano detto loro che era collegato a un paziente in una stanza adiacente... In realtà, era solo un attore di cui si sentiva la voce da un autoparlante. Un medico ordinava ai volontari di cominciare a somministrare delle scosse elettriche. Dicevano loro di aumentare gradualmente il voltaggio, e la "vittima" cominciava a implorarli di smettere. Dicevano loro di aumentare ancora, e questa volta la vittima cominciava a urlare. Dopo un po', alle urla subentrava il silenzio. Ai volontari dicevano di aumentare ancora il voltaggio... Quasi l'80% dei volontari continuò a somministrare le scosse anche dopo le suppliche della "vittima". Quasi il 60% continuò anche dopo essersi convinto di averla uccisa. Era gente normale, ed era disposta a torturare a morte uno sconosciuto solo perchèperché qualcuno di autorevole gli aveva detto di farlo. Qualcuno disse persino che gli era piaciuto. Forse anche a me piacque quel che feci allora. La gente è stupida e cattiva, c'è qualcosa di sbagliato in noi... Qualche orribile tara... Ci meritiamo d'essere estirpati. Ce lo meritiamo...
 
*'''Delia''': Finché non ho visto la rosa non ero sicura che il terrorista fossi tu. Che strana coincidenza che me l'abbiano data oggi... <br> '''V''': Nessuna coincidenza, Delia. Solo l'illusione di una coincidenza. Ho un'altra rosa... è per te. <br> '''Delia''': Allora... mi ucciderai? <br> '''V''': {{NDR|Le mostra una siringa vuota}} Ti ho uccisa dieci minuti fa, mentre dormivi. <br> '''Delia''': Fa male ? <br> '''V''': No. Nessun dolore. <br> '''Delia''': Bene. Per fortuna. Per favore...? Posso... posso faccia? {{NDR|V si togie la maschera}} È stupenda....
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*Conosco ogni centimetro di questa cella, ogni crepa del suo intonaco, come conosco il mio corpo. Non so dove sono. So che fa giorno e che fa notte, che mi sveglio e mi addormento, che misuro il tempo con la crescita dei peli sotto le mie ascelle, che non mi lasciano radere. Non so che giorno è. So che c'è una donna che mi ha scritto una lettera sulla carta igienica. So che è sola. So che mi ama. Non so che faccia abbia. Leggo la sua letter, la nascondo, dormo, mi sveglio, mi interrogano, piango, fa notte, fa giorno, rileggo la sua lettera... Continuo a rileggerla... Si chiama Valerie... ('''Evey''')
 
*Non so chi sei, ma per favore credimi. Non posso convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non m'importa. Io sono Io, e non so chi sei ma ti amo. Ho una piccola matita che non hanno trovato. Sono una donna. La nascondo dentro di me. Forse non potrò scriverti più, così questa è una lunga lettera sulla mia vita. È la sola autobiografia che scriverò mai, e devo scriverla sulla carta igienica. Sono nata a Nottingham nel 1957, e pioveva sempre. Dopo le elementari e le medie, andai in un collegio femminile. Volevo fare l'attrice. Incontrai la mia prima amica a scuola. Si chiamava Sara. Aveva quattordici anni, e io quindici. Eravamo tutte e due allieve della signorina Watson. I suoi polsi. I suoi polsi erano bellissimi. Durante l'ora di biologia, guardavo il vasetto con dentro il feto di coniglio sotto spirito. Il signor Hird diceva che era una fase adolescenziale da cui si esce... Sara ne uscì. Io no. Nel 1976 smisi di fingere e presentai ai miei genitori una ragazza di nome Christine. Una settimana dopo mi trasferii a Londra e mi iscrissi ad arte drammatica. Mia madre diceva che le avevo spezzato il cuore... Era la mia integrità che mi importava. È così egoistico? È a buon mercato, però è tutto ciò che ci resta. È l'ultimo centimetro di noi che ci resta... ma in quel centimetro siamo liberi. [...] Londra. A Londra ero felice. La mia prima parte fu quella di Dandini, in Cenerentola. Il mondo era bizzarro, ignoto e frenetico, con quelle platee invisibili dietro i riflettori incandescenti e quell'emozione spasmodica. Ero elettrizzata, e sola. Di sera andavo nei club, ma me ne stavo più che altro per i fatti miei. L'ambiente non mi piaceva: c'erano tanti che volevano solo essere gay, era la loro vita, la loro ambizione, non parlavano d'altro. Io volevo qualcosa di più. Il lavoro andava bene. Nei film mi davano parti sempre più importanti. Nel 1986 interpretai 'The salt flats'. Alla critica piacque, al pubblico no. Conobbi Ruth durante la lavorazione. Ci amavamo. Vivevamo insieme, e il giorno di S. Valentino lei mi mandava delle rose. Dio, quanto avevamo! Furono i tre anni più belli della mia vita. Nel 1988 ci fu la guerra... e poi non ci furono più rose. Per nessuno. Nel 1992, dopo il colpo di stato, cominciarono ad arrestare i gay. Presero Ruth mentre era fuori a cercar da mangiare. Perché hanno tanta paura di noi? La bruciarono con delle sigarette accese e la costrinsero a fare il mio nome. Firmò una denuncia secondo cui io l'avevo sedotta. Non gliene feci una colpa. Dio l'amavo. Non gliene feci una colpa. Ma lei sì. Si uccise nella sua cella. Non poteva sopportare d'avermi tradita, d'aver rinunciato a quell'ultimo centimetro. Oh, Ruth. Vennero a prendermi. Dissero che avrebbero bruciato tutti i miei film. Mi rasarono i capelli, mi misero la testa in un water, si scambiavano barzellette sulle lesbiche. Mi portarono qui e mi diedero dei farmaci. Non sento più la lingua. Non riesco a parlare. L'altra donna gay che era qui, Rita, è morta due settimane fa. Credo che anch'io morirò presto. Strano che la mia vita debba finire in un posto terribile come questo, però per tre anni ho avuto delle rose e non ho dovuto giustificarmi con nessuno. Morirò qui. Ogni centimetro di me perirà... tranne uno. Un centimetro. È piccolo, è fragile ed è l'unica cosa al mondo che vale la pena d'avere. Non dobbiamo perderlo, o venderlo, o cederlo. Non dobbiamo permettere loro di portarcelo via. Non so chi sei, se sei un uomo, o una donna. Forse non vedrò mai la tua faccia. Non ti abbraccierò mai, non piangerò mai con te, non mi ubriacherò mai con te. Però ti amo. Spero che tu riesca a fuggire da qui. Spero che il mondo cambi, che le cose vadano meglio e che un giorno ci siano ancora rose per tutti. Vorrei poterti baciare. Valerie.<ref>Parte di questa lettera viene ripresa anche nel capitolo precedente.</ref> ('''Valerie''')
 
*Conosco ogni centimetro di questa cella. Questa cella conosce ogni centimetro di me. Tranne uno. ('''Evey''')
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*Il crollo dell'autorità fa tremare la chiesa, la scuola, la camera da letto e il consiglio d'amministrazione. Tutto è disordine. Libertà ed uguaglianza non sono lussi superflui. Senza di esse, non ci vuole molto prima che l'ordine sprofondi in abissi inimmaginabili. ('''V''')
 
*'''V''': Questo è il mio nido d'amore segreto, Eve. Voglio farti conoscere la mia amante. <br> '''Evey''': La tua cosa? <br> '''V''': È una storia intricata e infelice di cuori spezzati e di lealtà tradite. Non fui io a tradire il mio amore. Era la giustizia. L'adoravo per la sua verità e la sua bellezza... finchèfinché, a mia insaputa, si mise con un uomo che la violò e la offese, un uomo feroce e brutale il cui alito inceneriva i bambini. Lui la cambiò, le diede il gusto del cuoio, delle catene e delle fruste. La giustizia che amavo per i suoi occhi gentili e per i suoi piccoli passi aggraziati non c'era più... trasformata. Guardava dalle feritoie e schiacciava i giusti sotto il tacco. Immagina quando seppi della sua relazione... la mia rabbia e la mia vergogna nel saper beffato tutto ciò che amavo. La mia giustizia e il suo bestiale amante avvinghiati tra le lenzuola insanguinate. Eppure, in guerra e in amore tutto è lecito, e trattandosi di entrambe le cose è giusto che renda pan per focaccia. Anche se devo portare la corona del cornuto, non la porterò da solo. Vedi, per quanto farfallone, il mio rivale aveva una moglie che adorava. Il gaglioffo che rubò il mio solo amore si pentirà della sua licenziosità quando saprà da quanti anni... io gli ho rubato il suo.
 
===Capitolo 3, ''Varie Valentine''===
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*Non dormo più perché voglio giustizia. Voglio che tutto il mondo sappia che non è giusto.... Non riesco a dormire perché ho la pistola sotto il cuscino. ('''Rosemary''')
 
*I pezzi sono perfettamente allineati di fronte a me. Ora si può finalmente cogliere lo schema, il significato recondito... ma "quasi finito"? Sì. Sì, immagino di sì. Anche se la complessità della realizzazione l'ha resa a lungo indecifrabile, ora la segreta immagine balza all'occhio. Non è benna? Non è semplice, elegante, austera? Strano che dopo la lunga fatica della preparazione non occorrano lo sforzo, la concentrazione per mettere furiosamente e rovinosamente in moto questo effimero, complicato giocattolo. Niente altro che un tocco lievissimo... e tutto va al suo posto. I pezzi non comprendono quali dispetti la loro disposizione invita: queste stolide file timorate così gravide di catastrofe, ignare al cospetto dell'ondata così presto scatenata da un fato crudele. Essere tanto compiti, e capire così poco... e la comprensione, quando arriva, arriva invariabilmente troppo tardi. E certo non capiranno che qualcosa non va finchèfinché non saranno in balia del terribile sommovimento, e forse sulle prime lo prenderanno per un'audace azione risolutrice, per un'estrema resistenza per scongiurare il disastro, per uan cairca alla riscossa... e invece non andranno alla carica. Cadranno. Ecco...Li vedi? In piei con i numeri sulle facce vauce e indifferenti, una Norimberga in miniatura, le schiere dei manichini... poveri piccoli. Povero domino. Tanto tempo per costruire il tuo grazioso impero e adesso con uno schiocco delle dita della storia... crolla tutto. <ref>Una traduzione diversa è: "Ecco i pezzi qui schierati, in una perfetta linea. Completo. Si può afferrare infine il disegno. L'importanza loro. Pur se il riconoscimento è stato ritardato nella sua tortuosa e labirintica costruzione ora alla vista lo schema emerge. Non è sublime? Non è semplice, ed elegante, e rigoroso? Che strano che, dopo la fatica dei preparativi, occorra solo poco sforzo e meno ancor pensiero a innescare questo breve svago nella sua precipitosa corsa. Un solo tocco e null'altro... ...E cadrà tutto al suo posto. Ma i pezzi percepiscono quanto noi il danno a cui tenta la loro disposizione: quelle code flemmatiche, rispettose della legge, cariche di catastrofe, ignare di fronte all'onda scatenata dal crudele fato. Son colpiti più degli altri, ma comprendono di meno... ...E la comprensione, quando giunge, immancabilmente arriva tardi. Non sapranno che non va qualcosa fino a quando non saran coinvolti in quell'orribil slancio, forse anche lo scambieranno per un'azione ardita e decisiva, un'ultima ripresa a distogliere il disastro, ed alla carica così andranno... {{NDR|V sistema ancora una tessera del domino}}...Ma non sarà una carica. Solo una caduta. Ecco... Vedi? Dritti in piedi coi numeri su quei volti spenti, scialbi, indifferenti, Norimberga in miniatura, fila d'uomini di legno tinto... Poveri miei piccoli. Povere tessere del domino. Quanto c'è voluto a costruire il vostro elegante impero e ora, allo schioccar di dita della storia... Ora cade. {{NDR|V tocca la prima tessera.}}"</ref> ('''V''')
 
*{{NDR|In un foglietto}} ''Dici di avere un'amore meccanico che ti nutre e si prende cura di te, ma io ho letto i suoi diari e so che non ti è fedele.'' <ref>Una traduzione differente è:''Hai un amor meccanico, mi dici, che ti sazia di amore e miele, ma ho letto tutte le sue matrici e ho scoperto che ti è infedele.''</ref> ('''V''')
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===Capitolo 5, ''Viatico''===
*'''Evey''': Hai intenzione di fare qualcosa, o resterai qui giù ad aspettare che passi il caos? <br> '''V''': Il caos procede a meraviglia anche senza di noi, Eve. Quanto a me, mi sembra giunta l'ora di mettere in ordine certe cose. <br> '''Evey''': Come sarebbe a dire? Facciamo qualcosa o no? <br> '''V''': Fai come ti pare, Eve. È questa l'unica legge. <br> '''Evey''': Uh-uh. Citare Aleister Crowley non basta. Non è una risposta. Voglio sapere cosa tu vuoi fare V. Voglio conoscere le tue intenzioni. <br> '''V''': Vuoi conoscere le mie intenzioni? Benissimo... Benissimo, allora. Da questa parte. <br> '''Evey''': Perché sempre tante scene? Ti faccio la più semplice delle domande, e mi sembra di essere Alice nel paese delle meraviglie. Sono mesi che leggo, adesso sono più intelligente. Non potresti provare a spiegarmi? <br> '''V''': Mi hai chiesto la conoscenza, Eve, ed essa è tutto ciò che ti lascerò. Come l'aria, la conoscenza è indispensabile alla vita. Come l'aria, a nessuno deve essere negata. <br> '''Evey''': Oh, V, dai... Sei sempre così misterioso su di te, su questo posto, sui tuoi piani... se la conoscenza è come l'aria, tu mi asfissi. <br> '''V''': Niente affatto. Ti ho solo insegnato a respirare. Da questa parte. Osserva come l'aria della conoscenza è qui condensata in elettricità liquida. I dati di tutta la società sono centralizzati qui... e questo fatto ha contribuito alla rovina della società... poichèpoiché io ho attinto dal loro pozzo della conoscenza. Presto, tutti potranno bere. <br> '''Evey''': Ehi, credo che anch'io potrei far funzionare questo computer. È davvero collegato al Fato? <br> '''V''': ...e il Fato è collegato a tutto. In una burocrazia, le schede perforate sono la realtà. Ne perforiamo di nuovo e ricreiamo il mondo. Da questa parte. <br> '''Evey''': Oh, queste stanze sono comunicanti? <br> '''V''': Tutto è comunicante. Devi capire che la conoscenza non è tutto il nostro retaggio. Ci sono anche il coraggio e la fede, come in colei che è qui commemorata... e l'amore. Sempre, sempre l'amore. Nel clamore dell'insurrezione è facile dimenticare quale è il nostro obiettivo... il ballo? Spalle incipriate? Pupille dilatate dal desiderio o dal vino? L'anarchia deve accettare il rombo delle bombe e delle cannonate... ma deve sempre amare soprattutto la dolcezza della musica.
 
*'''V''': Le telecamere dei monitor funzionano ancora, ma l'apparato ricetrasmittente dei nostri avversari invece no. Il mio apparato, al contrario, funziona perfettamente. Certo, essendo interrotte le trasmissioni statali, si vedono solo telenovelas di sommosse e brutti film catastrofici. A volte sento la mancanza di "Storm Saxon". I dialoghi erano migliori. <br> '''Evey''': -ma da qui si vede tutto Londra... <br> '''V''': Naturalmente. Questa sala è la cima di una collina rovesciata. Per arrivare in cima si discende. Ma una volta in cima si vede per miglia e miglia. Vieni... Troppa televisione fa male, e devi ancora fare i compiti. Qui troverai strumenti e libri che t'insegneranno a fare esplosivi con il caffè o droghe psichedeliche che costano come l'acqua. Usali saggiamente. Se proprio devi. A differenza della tv, la scienza non è mai troppa, malgrado i suoi capricci nucleari. Grazie alla scienza, le idee posso crescere nell'humus della teoria, della prassi e della forma... ma, come giardinieri, dobbiamo stare attenti... poichèpoiché certi semi sono semi di rovina... e i fiori più vistosi sono spesso i più pericolosi. <br> '''Evey''': Oh. La stanza delle rose. Questo posto mi fa una sensazione strana. Come quel racconto di Ray Bradbury che mi hai letto, quello del campo di granoturco in cui ogni pannocchia è la vita di qualcuno...
 
*L'anarchia ha due facce. Quella della creazione e quella della distruzione. I distruttori abbattono gli imperi, lasciando un bel letto di macerie su cui i costruttori possono edificare un mondo migliore. Una volta presenti, le macerie rendono irrilevante ogni strumento di distruzione. E dunque, basta con gli esplosivi! Basta con i distruttori! Nel nostro mondo migliore non c'è posto per loro. Ma brindiamo però a tutti i terroristi, a tutti i bastardi, sgradevoli e imperdonabili. Beviamo alla loro salute... e poi dimentichiamoli per sempre. ('''V''')
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*'''V''': Eve... Eve, ascolta bene. Colei che aspettavo è arrivata, e non mi resta molto tempo. <br> '''Evey''': V... Oh, Dio, non parlare. Prendo le bende. <br> '''V''': No... sarò morto prima che ritorni, e ci sono delle cose che devi sapere... Questo paese non è salvo... non crederlo.. però del suo vecchio ordine non restano che macerie, e sulle macerie costruiremo... Ecco il loro compito: essere padroni di sé stessi, della loro terra, del loro amore... Fatto ciò, parlino pure di salvezza. Senza, non saranno che carogne. <br> '''Evey''': Oh, no. Oh, ti prego... <br> '''V''': Entro la fine del secolo conosceranno il proprio destino: la rosa fiorirà tra le macerie, oppure fiorirà troppo tardi. Ma tu bambina, ora che io muoio? <br> '''Evey''': No! Non morirai! <br> '''V''': Shh. Per prima cosa, devi scoprire la faccia dietro la maschera, però non dovrai mai conoscere la mia faccia. È chiaro? <br> '''Evey''': Cosa? Cosa stai dicendo? <br> '''V''': ... e poi... la Victoria line è bloccata... tra Whitehall e St. James... fammi un funerale vichingo. Buona fortuna, dolce Eve. Ti voglio bene. Ave... atque... vale...
 
*... perchèperché tu eri così grande, V, e se poi fossi un nessuno qualsiasi? ...E anche se fossi qualcuno, saresti più piccolo per via di tutti quelli che avresti potuto essere ma non eri... Oh, Non so. Non so neanch'io che senso ha. ('''Evey''')
 
===Capitolo 10, ''Il vulcano''===