Albert Camus: differenze tra le versioni

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*Non vi è che un solo lusso per loro, ed è quello delle relazioni umane.[...]Volti tesi, fratellanza minacciata, amicizia sì forte e s' pudica degli uomini fra loro, sono queste le vere ricchezze, poiché sono caduche, ed è in mezzo ad esse che lo spirito meglio sente i propri poteri e i propri limiti, cioè la propria efficacia.
*Al termine di tutto, nonostante tutto, vi è la morte. Lo sappiamo, e sappiamo anche che, con essa, tutto finisce.[...]Cionondimeno, questi spiriti ne traggono la loro forza e la loro giustificazione. Il nostro destino sta di fronte a noi.
*Basta sapere e nulla mascherare. [...] Essi sanno: ecco tutta la loro grandezza.
*Essere privi di [[speranza]] non significa disperare.
*Creare è vivere due volte.
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*Quanto rimane, è un destino di cui solo la concluzione è fatale. All'infuori di questa unica fatalità della morte, tutto – gioia o fortuna – è libertà, e rimane un mondo, di cui l'uomo è il solo padrone.
*Egli sa di essere il padrone dei propri giorni.[...]cieco che desidera vedere e che sa che la notte non ha fine, egli è sempre in cammino. Il macigno rotola ancora.
*In un mondo in cui tutto è dato e nulla viene spiegato.
*Coloro che sono tristi hanno due ragioni di esserlo: essi ignorano e sperano.[...]Dal momento in cui egli sa, il suo riso prorompe e fa tutto perdonare. Fu triste solo nel tempo in cui sperò;[...]Ma egli nega il rimpianto, che è un'altra forma di speranza.
*L'importante, diceva l'abate Galiani a madama d'Epinay, non è guarire, ma vivere con i propri mali. Kierkegaard vuol guarire.