Italo Calvino: differenze tra le versioni

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*S'era messo a capo d'una banda di ragazzi cattolici che saccheggiavano le campagne attorno; e non solo spogliavano gli alberi da frutta, ma entravano anche nelle case e nei pollai. E bestemmiavano più forte e più sovente perfino di Mastro Pietrochiodo: sapevano tutte le bestemmie cattoliche e ugonotte, e se le scambiavano tra loro. <br> – Ma faccio anche tanti altri peccati, – mi spiegò, – dico falsa testimonianza, mi dimentico di dar acqua ai fagioli, non rispetto il padre e la madre, torno a casa la sera tardi. Adesso voglio fare tutti i peccati che ci sono; anche quelli che dicono che non sono abbastanza grande per capire. <br> – Tutti i peccati? – io gli dissi. – Anche ammazzare? <br> Si strinse nelle spalle: – Ammazzare adesso non mi conviene e non mi serve. <br> – Mio zio ammazza e fa ammazzare per gusto, dicono, – feci io, per aver qualcosa da parte mia da contrapporre a Esaù. <br> Esaù sputò. <br> – Un gusto da scemi, – disse. (V; p. 38)
*Così si potesse dimezzare ogni cosa intera, così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l'aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te l'auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani. (Medardo: V; pp. 43-44)
*– Pamela, – sospirò il visconte, – nessun altro linguaggio abbiamo per parlarci se non questo. Ogni incontro di due esseri al mondo è uno sbranarsi. Vieni con me, io ho la conoscenza di questo male e sarai più sicura che con chiunque altro; perchèperché io faccio del male come tutti lo fanno; ma, a differenza degli altri, io ho la mano sicura.<br />– E strazierete anche me come le margherite o le meduse?<br />– Io non lo so quel che farò con te. Certo l'averti mi renderà possibili cose che neppure immagino. Ti porterò nel castello e ti terrò lì e nessun altro ti vedrà e avremo giorni e mesi per capire quel che dovremo fare e inventar sempre nuovi modi per stare insieme. (VI; pp. 47-48)
*O Pamela, questo è il bene dell'essere dimezzato: il capire d'ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro. (Medardo: VII; p. 65)
*[...] i nostri sentimenti si facevano incolori e ottusi, poiché ci sentivamo come perduti tra malvagità e virtù ugualmente disumane. (IX; p. 81)