Matthieu Ricard: differenze tra le versioni

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*Postulare l'esistenza di stati mentali in alcune specie animali non è rivelatore di un atteggiamento [[antropomorfismo|antropomorfico]] più che paragonare la loro anatomia, il loro sistema nervoso e la loro fisiologia alla nostra. Quando un animale è visibilmente felice o triste, perché non chiamare le cose con il loro nome? (p. 149)
*Riconoscere un valore immenso alla vita umana non deve indurci ad azzerare quello della vita animale. (p. 165)
*I cambiamenti autentici scaturiscono solo dalla nostra buona volontà. È solo accettando di metterci al posto dell'altro e riconoscendogli un valore intrinseco che possiamo acquisire il rispetto e la considerazione per la sua sorte necessari a dare avvio a trasformazioni culturali. (p. 221)
*Parrebbe in effetti che il [[toro]] sia uno dei pochi avversari che l'uomo possa combattere, dando l'impressione di correre un pericolo senza peraltro prendersi troppi rischi. [...] Ci si è dunque concentrati sul toro, animale sufficientemente combattivo per garantire lo spettacolo {{NDR|della [[corrida]]}}, ma non troppo pericoloso, visto che il torero ha almeno 9.999 possibilità su 10.000 di uscirne vivo. Immaginate che ne sarebbe della «superiorità» dell'uomo se dovesse affrontare una tigre, benché munito di spada. (p. 228)
 
==Bibliografia==