Paolo Volponi: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Paolo Volponi==
*{{NDR|Su ''Memoriale''}} La fabbrica, l'industria come tale, sussiste più che altro come fatto descrittivo; è una scenografia che Volponi ha scelto per la conoscenza diretta che ne ha, ma non ne affronta la realtà problematica. Saluggia Albino dell’operaio ha semplicemente la tuta e poco più. (Giovanni Giudici, "Comunità", maggio 1962)
*{{NDR|Su ''Il pianeta irritabile''}} Capovolgendo totalmente il messaggio “storico” della fantascienza, Volponi non vuole ammonire o mettere in guardia i suoi lettori contro le conseguenze della dissipazione ecologica e il fatale approssimarsi della catastrofe; al contrario, sembra assaporarne in anticipo le delizie, abbandonandosi con i sensi e la fantasia a una sorta di dilagante, contagiosa ilarità. (Giovanni Raboni, "La Stampa - Tuttolibri", 27 maggio 1978)
*{{NDR|Su ''Il lanciatore di giavellotto''}} Certamente il fascismo è una chiave di lettura fondamentale del libro, certamente l'adolescenza ne è l'altra, ma è come se dal connubio di queste due coincidenze "temporali" – l'età del fascismo e l'età dell'adolescenza – scaturisse una terza componente, o che sia la terza a far scattare il cortocircuito tragico delle altre due: una terza non completamente definibile ma la cui aura è infine quella di una nevrosi estrema, che in quanto estrema rende estreme le sue violenze "storiche". Essa ha origine su un terreno più lontano e più antico dell'epoca del romanzo e forse della stessa storia. Su un terreno di tragedia, e di mito, nell'angoscia del nato di donna di fronte alla donna, al sesso, al rapporto con la donna. ([[Goffredo Fofi]])