Mikha'il Nu'ayma: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m +wikilink
Riga 13:
*Dove credete sia Dio, che urlate nel Suo orecchio i vostri capricci e futilità, i vostri elogi ed accuse? Non è forse Egli in voi, dappertutto? Non è il Suo orecchio molto più prossimo alla vostra bocca di quanto la lingua non lo sia al palato? A Dio basta la divinità di cui voi avete il seme. Se Dio, dopo avervi dato il seme della Sua divinità, dovesse anche averne cura, quali meriti avreste voi? (p. 101)
*Credi forse che questa [[Terra]] sia la unica dimora dell'Uomo? I vostri corpi, anche se circoscritti nel [[Tempo]] e nello [[Spazio (fisica)|Spazio]], sono tratti da tutto ciò che si trova nel Tempo e nello Spazio. Quanto di voi proviene dal [[Sole]], vive nel Sole. Quanto di voi procede dalla Terra, vive nella Terra. E così con tutte le altre sfere ed infiniti spazi intermedi. Solo gli sciocchi amano credere che la Terra sia l'unica dimora dell'Uomo, e che le miriadi di corpi fluttuanti nello Spazio non siano altro che ornamenti per la sua residenza e distrazioni per i suoi occhi. La Stella del Mattino, la Via Lattea, le Pleiadi, non sono le dimore dell'Uomo meno di quanto lo sia questa Terra. Ogni volta che esse inviano un raggio al suo occhio, innalzano lui a se stesse. Tutte le volte che egli passa sotto di esse, le attira verso di sé. Tutte le cose sono incorporate nell'uomo ed egli, a sua volta, è incorporato in esse. L'[[universo]] è solo un singolo corpo. Entrate in comunione con la sua più minuta particella, e sarete in comunione con tutto. E come voi, da vivi, morite continuamente, così, da morti, vivete incessantemente; se non in questo corpo, in un altro di diversa forma. Ma voi continuerete a vivere in un corpo finché non vi dissolverete in Dio; il che è come dire, fino a quando non prevarrete su ogni mutamento. [...] Il Tempo ha, come legge, la ripetizione. Una volta accaduta nel Tempo, una cosa è destinata a continue ripetizioni; gl'intervalli, nel caso dell'uomo, possono essere lunghi o brevi a seconda dell'intensità dei desideri di questi e della sua volontà per la ripetizione. Se voi, passando dal ciclo noto come vita a quello conosciuto come morte, vi porterete dietro brame inestinte per la Terra ed appetiti insoddisfatti per le sue passioni, allora la calamita della Terra vi attirerà nuovamente al proprio seno. E la Terra vi allatterà, ed il Tempo vi svezzerà, vita dopo vita e morte dopo morte, finché, consenzienti e d'accordo, non vi svezzerete da soli una volta per tutte. (pp. 133-134)
*Lasciate che gli uomini e le donne che ancora si discostano poco dallo stallone e dalla giumenta e dal daino e dalla daina, si cerchino gli uni e le altre nell'oscuro isolamento della carne. Lasciate che essi attenuino la licenziosità dell'[[alcova]] con la licenza del [[matrimonio]]. Lasciate che essi si rallegrino della fertilità dei loro lombi e della fecondità dei loro grembi. Lasciate che propaghino la specie. La [[Natura]] stessa è contenta d'esser loro madrina e levatrice; ed è la Natura a preparar loro letti di rose, senza tuttavia dimenticar le spine. (p. 147)
*Nutrirsi della Morte, significa diventare cibo per la Morte. Vivere sulle altrui pene, vuol dire divenire preda del dolore. Così è stato decretato dal Volere Supremo. Sappi ciò, Micayon, e regolati di conseguenza. (p. 157)
*Sappi che per chi anela, la vita della carne è solo un ponte che conduce alla Vita senza carne. E coloro che agognano sanno che i grossolani ed inadeguati [[sensi]] sono solo spiragli aperti sul mondo del finissimo e adeguato senso. E coloro che desiderano ardentemente sanno che tutta la [[carne]] che essi lacerano deve – presto o tardi – essere riparata con la loro carne; ed ogni osso che essi schiacciano dev'essere ricostruito con le loro ossa; ed ogni goccia di sangue che essi versano dev'essere rimpiazzata dal loro sangue. Poiché, tale è la legge della carne. (p. 158)